«Il calcio regala gioie e dolori», racconta Nikos Karelis, 31 anni, capocannoniere del campionato greco insieme a Levi García e Cédric Bakambu, dell’Olympiakos. Doveva fare il nuotatore ma è diventato un calciatore, tatuato, soprannominato Hulk per la muscolatura, tifoso dell’Argentina. Sarà contento, per com’è andata in Qatar. Meno per come andò in Russia, dove Karelis ha pure giocato: «Avevo 20 anni e c’erano in media -20°, la mattina stavo mezz’ora a togliere la neve dall’auto. Non parlavo la lingua, faticavo persino a comprare l’acqua nei negozi». Ma ora Nikos Karelis come detto gioca in Grecia, al Panetolikos, e tutto va bene. Non è sempre stato così, però.
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— PAOK FC (@PAOK_FC) January 10, 2019
Nikos Karelis, da Creta
Sull’Isola di Creta, a La Canea, puoi visitare il leggendario Museo nazionale del calcio greco. È un pittoresco edificio in centro, a 400 metri dall’antico porto veneziano, gestito da una sola persona, Nikos Flekkas, che negli anni ha finanziato di tasca sua il museo e raccolto qui le maglie di Cruyff e Beckenbauer, Messi e Ronaldo, Pelé e Maradona e, ovviamente, quelle della Grecia campionessa d’Europa nel 2004. È un museo particolare: è gratis, non paghi alcun biglietto ed è aperto sempre tranne quando gioca la Nazionale (Nikos va a ogni partita). Ci trovi pallone e maglie originali del 4 luglio 2004, finale dell’Europeo che la Grecia vinse in Portogallo. Questo per dire che proprio a Creta, ad Arkalochori – 30 chilometri a sud di Heraklion, principale città dell’isola e importante zona archeologica, non solamente per il palazzo di Cnosso legato al mito del Minotauro – nasce il 24 febbraio 1992 Nikolaos Karelis, detto Nikos. Ha 6 anni quando suo padre, ex calciatore professionista, lo iscrive alle giovanili dell’Ergotelis, un club giallonero come l’AEK e fondato da rifugiati greci della guerra greco-turca esuli dall’Asia Minore, come l’AEK. Karelis è un prodigio: a 14 anni s’allena in prima squadra, a 15 firma il primo contratto, a 16 debutta in Super League. È il più giovane di sempre.
Arsenal, Juventus, Torino
Nel 2008, l’Arsenal di Wenger contatta i genitori di Nikos Karelis e offre al ragazzo un provino. Vola a Londra: «Farò del mio meglio, non ho paura». L’Arsenal lo tessera per un torneo Under 16 giocato in Italia, Karelis segna due gol e i Gunners vincono ai rigori sulla Juventus. Siccome però – come detto – Nikos ha già firmato a 15 anni il contratto con l’Ergotelis, l’Arsenal non può tenerlo. Il treno è passato. Karelis torna in Grecia, firma un nuovo triennale col club che però retrocede in seconda serie greca nel 2012. Nikos lascia, dopo 31 partite e un solo gol: si trasferisce in Russia, all’Amkar Perm, dove si divide tra U19 e prima squadra ma delude. E l’anno dopo torna in Grecia, al Panathinaikos, e torna il ragazzo prodigio: 113 partite, vince ad aprile 2014 la Coppa nazionale – in finale col PAOK, segna lui e fa tripletta Berg – e poi segna 19 reti solo nella stagione 2014/15. Su Karelis ci sono Werder Brema, Lilla (il Panathinaikos rifiuta un’offerta) e pure il Torino, che lo vede come sostituto di Josef Martínez. Ma il greco fa altri sei mesi, e se ne va a gennaio 2016.
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Belgio, Olanda, tanti infortuni
Nikos Karelis firma col Genk, il club dei puffi, e nella prima mezza stagione in Belgio segna 11 gol. Ha soli 24 anni, sembra tornato il ragazzo prodigio dell’Arsenal. Ne segna altri 18 nel 2016/17 – gol e assist in due gare di Europa League col Sassuolo – ma proprio sul più bello Nikos Karelis si rompe il legamento crociato. Senza subire fallo, fa tutto da solo: una brutta torsione del ginocchio mentre tenta un dribbling. Sta fuori quasi 300 giorni e rientra: «Mi sentivo come un 16enne a cui era permesso giocare coi grandi la prima volta, ero nervoso», dice. Ma al Genk c’è concorrenza, su tutti Leandro Trossard, ora all’Arsenal, così nell’ultimo giorno di mercato d’estate 2018 Nikos va al PAOK in prestito. Gioca 10 partite in una stagione, vince sia campionato che Coppa di Grecia e a fine anno si svincola. Va in Inghilterra al Brentford di Thomas Frank, in Championship, gioca 4 partite ma si rompe ancora il crociato del ginocchio destro. Altri 200 giorni di stop. Svincolato di nuovo, Karelis s’accasa in Olanda all’ADO Den Haag di Del Fabro, Kishna e Adekanye. Sole 12 gare e tanta panchina in sei mesi, quindi a gennaio 2021 torna in Grecia al Panetolikos: zero gol in 13 partite e il club di Agrinio – dove giocava Ivan Varone – si salva solo al playout. Ma quest’anno è diverso, e Karelis è ripartito daccapo: è tornato al gol dopo 26 mesi e non ha più smesso.