Freund (Salisburgo): «Avevamo preso Okafor per sostituire Haaland»

by Lorenzo Cascini
okafor intervista

Le serate di Champions, quelle in cui tremano le gambe a sentire la musichetta, sono quelle in cui rende al meglio. Quelle in cui la pressione, che gli altri avvertono, per lui si trasforma in adrenalina. Per Okafor è così da quando è piccolo, ma non ci fa caso. «Andava formato perché a volte spariva, si isolava. Sembrava quasi svogliato. Ma appena si alzava la posta in palio, diventava di un altro pianeta. Numeri, dribbling e giocate impensabili per un ragazzo della sua età. E le vedrete anche al Milan, in questo Noah non è cambiato».

Christoph Freund, da oltre dieci anni direttore sportivo del Salisburgo, ne è sicuro. Ci punta. D’altronde lo ha sempre fatto nei tre anni di Okafor in Austria «Gli siamo stati vicino quando si è fatto male, anche se aveva già avuto infortunio grave a 16 anni e ha trovato da solo la forza di reagire.Arrivare a Salisburgo non è sempre facile, lui fu preso al posto di Haaland e davanti aveva tanta concorrenza. Si è imposto. Può giocare anche dietro le punte, per questo credo che sia l’uomo giusto per il Milan».

Okafor raccontato da chi lo ha lanciato al Salisburgo

Se Okafor fa il calciatore lo deve a un pomeriggio di quindici anni fa, in cui venne rispedito a casa perché non aveva scarpini e parastinchi. «Come pensi di giocare senza? Non puoi». Eppure non si è arreso. Per sei mesi ha avuto quel «devo farcela» come mantra. Quattro mesi dopo non solo era il più forte della squadra locale, l’Aristof, ma riuscì a strappare un provino per il Basilea. Da lì è partito tutto. «Sei troppo forte per stare qui. Vai e fagli vedere chi sei». Con o senza scarpini, evidentemente, cambiava poco.

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«Diventava bello di notte, quando contava di più»

Chi lo conosce o lo ha allenato lo descrive in una parola: determinazione. «È uno che non molla mai. Ha la testa giusta. Credo che il Milan possa essere una tappa importante, ma lo vedo bene anche in Premier. Diventava bello di notte, quando contava di più. In Champions si trasformava. Guarda il gol che ci porta agli ottavi contro il Siviglia o quello al Milan l’anno successivo». Altro punto di svolta.

Settembre 2022, Red bull Arena. Alla mezz’ora Noah punge con un guizzo che infila Maignan. Lì strega il Milan per la prima volta. Fa impazzire Thiaw per tutta la sera, alla fine Maldini e Massara prendono nota e puntano l’obiettivo. Oggi loro non ci sono più, ma il Milan era nel destino. «Sicuramente è una di quelle partite che lasciano il segno. Ha giocato benissimo ed è normale che attiri l’attenzione dei grandi club. Ma non c’erano solo i rossoneri, sono venuti tantissimi osservatori a vederlo. Anche dall’Inghilterra».

«È pronto per fare il salto, si ambienterà in fretta»

Okafor è un ragazzo semplice, anche sui social. Calcio e famiglia come stelle polari. È molto attento alla salute mentale, si fa seguire da un mental coach dopo un grave infortunio subito nel 2015. «Ha sempre avuto molta forza e molto carattere. Per questo al Milan può imporsi in fretta. Non avrà bisogno di tempo, è pronto per fare il salto».

È partito da un sobborgo di Basilea ed è arrivato a Milano. In mezzo un paio di porte prese in faccia, un grave infortunio e la paura di non farcela. Poi un lampo nella notte ha squarciato il cielo, facendo scattare un feeling destinato a diventare matrimonio. Oggi è il nuovo centravanti del Milan e ha chiuso un cerchio. Ci si aspetta molto da lui, che farà bene a seguire un saggio consiglio di quel suo vecchio allenatore dell’Aristof. «Vai e fagli vedere chi sei». A San Siro non aspettano altro.