Il 6 novembre scorso, all’Apostolos Nikolaidis di Atene, lo spagnolo Pep Biel segna al minuto 84 il vantaggio dell’Olympiakos sul Panathinaikos, nel derby della capitale greca. Al 96’, l’ultimo cioè dei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro, il danese Jakob Kehlet, c’è un contatto nell’area di rigore dell’Olympiakos tra Ioannidis, attaccante del Panathinaikos, e il difensore Avila. Kehlet prima fischia il fallo del primo, poi – richiamato al Var dal connazionale Jakob Schönberg – indica il dischetto. Dal fallo per l’Olympiakos al rigore a favore del Panathinaikos passano sei interminabili minuti. Il rigore si calcia al 103’, tredici minuti dopo quella che doveva essere la fine del match, e lo segna lo sloveno Andraž Šporar. Il Panathinaikos pareggia all’ultimo istante il derby di Atene.
🇬🇷🇩🇰Danish referee Jakob Kehlet gave this as a penalty to Panathinaikos in the 103rd minute as they earned a 1-1 draw with rivals Olympiacos.
Referees from Greece are not allowed to referee derbies in the country due to previous corruption.pic.twitter.com/SOcZTCdufz
— Sam Street (@samstreetwrites) November 7, 2022
L’inizio di stagione del Panathinaikos
Il pari nel derby lascia un’infinità di polemiche. Ioannis Vrentzos, dirigente dell’Olympiakos, dice: «Il calcio greco è gestito da un parastato fascista governato da illegalità e criminalità organizzata. Propongo che l’Olympiakos si ritiri e rivendichi in tribunale la purificazione del calcio greco». C’è tensione. Con 37 punti in 13 gare, se non fosse per il derby di Atene, il Panathinaikos sarebbe in testa alla Super League greca a punteggio pieno. I verdi hanno vinto 12 partite su 13, segnato 24 gol e subiti 4: arrivano in ottima forma alla pausa premondiale, da campioni d’inverno. Sì, perché in Grecia il calcio tornerà il 21 dicembre ma il Panathinaikos è a +8 sull’AEK secondo – forte del nuovo stadio, Agia Sofia – e +12 sia sul PAOK che sull’Olympiakos. Imbattuti, come PSG e Napoli. È questo il miglior inizio di sempre del Panathinaikos, “il club di tutti gli ateniesi”, che Giorgos Kalafatis fondò il 3 febbraio 1908, unica squadra greca ad aver raggiunto una finale di Coppa dei Campioni (1971, con Puskás in panchina), oltre a due semifinali (1985, 1996). Nella sua storia centenaria, ha vinto 20 campionati, 19 Coppe di Grecia e 3 Supercoppe. Rotta verso il 43° titolo…
1️⃣2️⃣ wins, 1️⃣3️⃣ unbeaten games, 1️⃣st place ☘#Panathinaikos #PAOFC2022_23 #StepUp pic.twitter.com/QXn5u1hNFo
— Panathinaikos F.C. (@paofc_) November 13, 2022
Quando il Pana rischiò di fallire…
Il tecnico del Panathinaikos, Jovanović, commenta così il derby: «Ha segnato Šporar, ma è grazie a Brignoli che siamo rimasti in partita». Alberto Brignoli – che si era raccontato a Cronache – tiene invece i piedi per terra: «Pure l’anno scorso abbiamo pareggiato, e a fine anno l’Olympiakos ha vinto il campionato». Occhio. Pure perché anni fa il Panathinaikos ha quasi cessato di esistere. Nel 2017/18, col tecnico Ouzounidis, i Trifogli sono undicesimi, peggior piazzamento nella storia, e l’8 marzo 2018, a margine di un’assemblea generale del Panathinaikos, un commercialista se ne esce con: «È come se il Panathinaikos fosse fallito». È vero, ci sono debiti: 57,4 milioni di euro nel 2017, praticamente dimezzati in un anno. Il presidente è Giannis Alafouzos, magnate dei media (presidente del gruppo Skai ed editore del quotidiano Kathimerini) che nel 2012 acquista il 54% delle quote dalla famiglia Vardinogiannis e fonda PAO Alliance, per raccogliere le donazioni dei tifosi. Azionariato popolare, ma fa flop: in due anni, meno di 10mila adesioni. E il Pana è in crisi.
A clean slate? Things are slowly beginning to look positive over at #Panathinaikos, with recent reports stating that the club are essentially debt free. When club president Giannis Alafouzos took over in 2012, it is estimated that the greens were over fifty million in debt. pic.twitter.com/6gpg8K2zF5
— Hellas Football (@HellasFooty) October 22, 2021
…e come il Pana è tornato grande
Ci sono interessi di Dimitris Giannakopoulos – proprietario del colosso farmaceutico Vianex – e del thailandese Pairoj Piempongsant, ma Alafouzos non vende. Nell’estate 2018 il tecnico Donis e il d.s. Dabizas – campione d’Europa nel 2004 – iniziano la stagione con sei punti di penalità per via di stipendi non pagati. Ma in rosa arriva Federico Macheda (in quattro anni, segnerà 40 gol in 116 partite), che nell’estate 2021 viene raggiunto dal connazionale Brignoli. E il Panathinaikos prova a tornare grande: 8°, poi 4°, poi 5° due anni fa col tecnico rumeno Bölöni, 4° l’anno scorso con Ivan Jovanović. Lui è serbo, ha 60 anni, ha allenato anche a Dubai, Cipro – ha portato l’APOEL ai quarti di finale di Champions nel 2011/12 – ed è stato c.t. degli Emirati Arabi. A maggio scorso, ha vinto la Coppa di Grecia in finale col PAOK ed è stato confermato. Ora è davanti a tutti, con una rosa estremamente esterofila: 19 stranieri su 29. Il capocannoniere è spagnolo, Cantalapiedra, ma s’è rotto il crociato e tornerà ad aprile. Ci sono l’islandese Magnússon e il francese Trouillet, ex Nizza. La copertina è però di un italiano, ed è Alberto Brignoli.