Roberto D’Aversa, tecnico del Parma, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in conferenza stampa in vista della sfida di campionato contro l’Udinese.
PERIODO -«Parlo del periodo in cui sono stato qua io. I numeri non sono paragonabili all’anno scorso. Si è creato tanto ma non siamo stati lucidi nel concretizzare, anche sulle palle inattive che sono la nostra forza. Non andiamo a concludere con la cattiveria giusta, anche a Verona abbiamo avuto un paio di palloni per realizzare: Gervinho ad esempio ha avuto due palloni importanti, ma forse anche perché gli ho chiesto tanta quantità, non è arrivato con la giusta lucidità. A Verona siamo partiti bene, forte. Zirzkee ha bisogno di crescere, è giovane e si deve ambientare. Ci manca Inglese, Cornelius sta crescendo. Ma la mancanza di reti è un discorso generico che va migliorato. Penso che non facciamo le cose in maniera determinata».
GIOVANI -«Serve tempo ma di tempo non ne abbiamo. Ma non significa che non ci si lavora tutti i giorni, sia sotto l’aspetto tattico che di lingua. Mihaila è arrivato a settembre ed è più avanti rispetto agli altri, ma è normale. Man è arrivato il venerdì e la domenica era in campo. Penso sia stato catapultato in una realtà completamente diversa e può faticare a capire diverse situazioni. Zirkzee sta faticando a livello di linguaggio. Non dobbiamo scaricare responsabilità su nessuno, dobbiamo lavorare per ottenere un risultato. Tutto il resto sono chiacchiere, giovani o vecchi non mi interessa. Valuto tutto, scelgo chi dà più garanzie».
CONDIZIONE -«Sicuramente sotto l’aspetto psicologico abbiamo attraversato momenti migliori. I ragazzi si sentono responsabili e hanno questo fardello in testa. Non esiste che si vada in campo con il timore di poter non vincere o perdere una partita. A Verona siamo partiti bene, andati in vantaggio e poi abbiamo avuto timore di tutto ciò che poteva capitare. Dobbiamo andare in campo con coraggio. Abbiamo una rosa di giocatori forti e lo penso veramente. La maggior parte sono giocatori che già c’erano l’anno scorso, dobbiamo andare in campo con coraggio, per dominare e vincere il duello. Dobbiamo andare alla ricerca del risultato, basta una scintilla per far svoltare gli aspetti negativi in positivi».
DIRIGENZA -«Ci confrontiamo ogni settimana con il presidente e mi ha garantito che non c’è stato nessun incontro. Alla fine di ogni partita si analizza la situazione, non posso pensare di non essere responsabile, quando abbiamo fatto un punto in sei partite. Ma tutti dobbiamo ragionare così. Sulle critiche sono abituato, mi è arrivato addosso di tutto. Mi dà fastidio se si tocca la professionalità, che non è mai mancata. Vi garantisco che non dormo la notte quando perdo. Ho un rapporto pessimo con la sconfitta».
UDINESE -«Una squadra molto fisica, ma con qualità. Una squadra forte che arriva da una sconfitta. Dobbiamo ragionare non sugli altri ma su noi stessi, per ritrovare il nostro spirito che ci porti ad un risultato positivo. La vittoria del Torino è una difficoltà in più. Va a complicare ancora la situazione, ma le situazioni cambiano, la quota salvezza può variare dall’oggi al domani. Il Torino ha portato a casa una partita sulle palle inattive. Deve dimostrare che può bastare per poco per svoltare. Sarà importante andare in campo in maniera coraggiosa».
SUL RITORNO A PARMA -«Se non volevo tornare non sarei tornato. Il fatto di essere tornato è perché sono convinto di salvare la squadra e i quattro anni di lavoro che ho dedicato al club. Ho mille difetti ma nessuno deve mettere in dubbio la professionalità. Ho commesso errori, con un punto in sei partite, e non vado alla ricerca di alibi. Il problema è solo quello di affrontare le partite per ottenere il risultato. Dobbiamo uscire fuori da questa situazione di classifica».
ASPETTO MENTALE-«Stiamo migliorando, a Verona abbiamo finito in crescendo. Quando faccio la scelta degli undici tengo in considerazione anche l’aspetto scientifico dei test. Ma quello che conta è l’aspetto mentale. A Sassuolo Iacoponi ha giocato avendo fatto zero allenamenti con la squadra, ma mi ha dimostrato di essere pronto. Gli episodi possono svoltare la stagione, ma non dobbiamo essere passivi in questa ricerca, dobbiamo essere attivi. Serve la voglia di vincere il duello personale, il sapere che siamo penultimi e servono i tre punti, che è questione di vita o di morte, sportivamente parlando. Ma la differenza la fa sempre l’aspetto mentale».