a cura di Giacomo Brunetti, inviato a Parma

Cos’è il dipartimento Analisi&Performance del Parma

Tre aree coordinate da Mathieu Lacome, ex PSG. Sono il segreto interno dei ducali

Nella scorsa stagione, il Parma ha vinto la Serie B con la squadra più giovane del campionato. Sono passati due mesi e adesso, con grande impeto e maggiore consapevolezza rispetto al 2020, sta preparando la prossima Serie A. La promozione è arrivata con una formazione rodata, un’età media bassa appunto, e grazie a una struttura aziendale che esprime perfettamente la visione americana del suo presidente Krause e la competenza calcistica europea, italiana e non.

 

Uno degli aspetti più interessanti che raccontano questo Parma è il suo dipartimento di analisi, performance e ricerca. Non sono tante le società a esserne dotate. Ma soprattutto sono davvero poche quelle che ci puntano così tanto. All’interno del centro sportivo di Collecchio, la casa del Club, abbiamo incontrato Mathieu Lacome e il suo staff.

 

Lacome è arrivato dal PSG nel 2021, nell’anno della retrocessione in Serie B, ed è ufficialmente Chief Performance & Analytics Officer. Nella sede di Collecchio ci sono stanze interamente dedicate al suo team, composto da circa 30 persone. Ci arriveremo. A colpirci è stato sicuramente il centro sportivo, che sorge a ridosso della città ed è circondato da campi, che in parte sono già stati acquistati dal Parma per estendere la struttura, dotata attualmente di 6 campi (più 2 addizionali) a disposizione di Prima Squadra e giovanili, con due strutture ad hoc e una foresteria. Una gemma in mezzo al verde. Verde, come la linea giovani adottata. Mathieu Lacome è nato nel 1986, non ha neanche 40 anni, così come gran parte dei suoi collaboratori.

 

 

Qual è, quindi, uno dei segreti dietro ai successi del Parma? E perché dobbiamo aspettarci ottimi risultati dal Club? Cosa rappresenta questa fantomatica struttura di analisi che si cela dietro al lavoro in campo?

 

Innanzitutto, banniamo da questo articolo due parole: “Algoritmo” e “Moneyball”. Perché non c’entrano assolutamente niente e sono due termini abusati.

 

Lacome arriva nel 2021, dopo la retrocessione in Serie B, quando il presidente Krause ha voluto investire sulla struttura interna. Ha iniziato a installare e formare il team lavorando su 3 aree, che formano il dipartimento.

 

La prima è quella di Data&Analysis, coordinata da Sebastién Coustou: lavora con tutti i reparti, dagli scout e il ds fino all’area performance, passando per la game analysis. Lacome lo ha scovato in alcune collaborazioni con società francesi e tutti dicono che «la frase più ripetuta dentro Collecchio è ‘Chiedilo a Seb’». È l’ingegnere del gruppo, colui che si occupa puramente dei dati.

 

La seconda area è relativa alla Sport Science ed è guidata da Mauro Mandorino. Lacome dice che «nonostante sia molto umile, non vi dirà che ha ideato delle forti innovazioni, come il monitoraggio invisibile dei calciatori», che dopo affronteremo. Si è laureato parlando di machine learning e infortuni, perfetto per questo lavoro. Il suo reparto si occupa del lavoro settimanale, seguendo e analizzando le performance, curando il monitoraggio e agendo da supporto, ad esempio, per il piano dei carichi di allenamento. È quello che studia ogni aspetto, dentro e fuori dal campo, nel day by day.

 

La terza area è quella di Game Analysis. In pectore troviamo Fabio Corradini, match analyst che lavora a stretto contatto con lo staff. Lacome lo ha scelto dopo una esplicita richiesta: la società voleva qualcuno che fosse italiano ma con esperienza all’estero. Più si avvicinano allo staff e all’allenatore, più le figure sono italiane per facilitare le comunicazioni e le dinamiche.

 

 

Quasi 30 persone al servizio del Parma. Nel dipartimento di Lacome ci sono anche lo psicologo dello sport e la nutrizionista. Quest’ultima segue il piano alimentare intersecandolo con i carichi di lavoro settimanali e le informazioni fornite dal monitoraggio della squadra tramite il dipartimento di Mandorino, lo Sport Science.

 

Qual è l’obiettivo di questa organizzazione? Supportare lo staff, i dirigenti e gli scout. Sviluppare processi per supportare le scelte prese. Il dato non supera mai la persona. Il dato e i report forniscono più asset possibili alle varie figure per aiutarli a prendere le decisioni migliori. «Il presidente voleva essere forte in due cose: sui giovani e sul dipartimento analisi», ci ha raccontato Lacome. Quindi hanno lavorato su questo. «Preferisco investire sulle persone che sui software», ci ha ripetuto spesso.

 

 

Analizziamo ora la filiera produttiva. E partiamo dall’area di Data&Analysis, coordinata da Coustou. È lui a parlare.

 

«Il mio reparto lavora con tutte le aree. Ci interfacciamo con il direttore sportivo e gli scout per il calciomercato; con la parte di Sport Science per l’analisi settimanale; con il match analyst per elaborare dati», ci spiega. Si occupano di tutto: maschile, femminile, giovanili. Il team è composto da 4 persone e lavorano attraverso report, analisi e interfacce: portano i dati utili a essere spiegati dai vari professionisti dei rispettivi settori.

 

Un tema è fondamentale comprendere in questa fase, ovvero che «tutti i nostri dati sono fatti in casa». Come ci ha spiegato in precedenza, Lacome preferisce «investire sulle persone che sui software, perché sono poi le persone a saper modellare i dati, comprenderli e renderli utili». Vengono quindi acquistati dai vari provider (come, ad esempio, Opta) soltanto i dati grezzi. E questa è una differenza fondamentale rispetto a tante altre squadre. Il Parma vuole i dati nudi e crudi per elaborarli da solo. Vengono raccolti “grezzi” o dai provider, appunto, oppure attraverso GPS o altri metodi diretti e interni. Così, inoltre, da fornire uno storico: se cambiano le persone, non vengono persi.

 

 

A questo punto è d’obbligo chiedere a Coustou come avviene il lavoro del dipartimento di Data&Analysis nel calciomercato. «Ci sono due metodi, che chiamiamo “proattivi” e “reattivi”: nel primo caso, i dirigenti chiedono loro di indagare in base a determinate caratteristiche, loro filtrano nel database e suggeriscono una short-lista di nomi da visionare; nel secondo caso, arrivano dei nomi da analizzare sul tavolo e la squadra di Lacome fornisce informazioni a ogni livello, coinvolgendo tutto i team verticali su determinate questioni (performance, game analysis, e via così).

 

«Anche l’allenatore viene scelto così», con il dipartimento di Data&Analysis, quello di Sport Science e infine quello di Game Analysis che interagiscono tra loro per dare le informazioni necessarie al direttore sportivo, che a sua volta tiene conto di altre caratteristiche. Matchando le informazioni, si hanno gli strumenti giusti per poter decidere. «Noi forniamo alle persone tutto ciò che può aiutarle, ma sono persone che hanno esperienza e che se sono arrivate fino a questo livello, hanno sicuramente le capacità di poter prendere la scelta migliore», conclude Coustou.

 

 

Il Parma ha vinto l’ultima Serie B con i giovani e da loro riparte per la Serie A: «Ogni anno vengono aggiunti pochi calciatori alla rosa – illustra Lacome – e l’obiettivo dello scorso anno era migliorarsi con una squadra rodata, in cui anche gli stranieri parlano l’italiano e tutti sanno alla perfezione cosa vuole il mister. Metodo, giocatori e modo di giocare: la continuità di questi fattori ha fatto la differenza».

 

Si passa quindi all’area di Sport Science, coordinata da Mauro Mandorino. Qui si applicano le conoscenze scientifiche. Qui si lavora sul monitoraggio dei carichi di allenamenti, prevenzione degli infortuni, strategia di recupero. E altre piccole caratteristiche che compongono la ricerca della perfezione e della migliore assistenza possibile a società, staff e tesserati. Un supporto alla performance.

 

Come ci spiega Mandorino, «i dati ti fanno lavorare più velocemente. Ne parlavamo alcuni giorni fa: adesso abbiamo processi rodati che ci permettono di fare in un’ora quello che prima facevamo in una settimana». E qui si fa anche ricerca scientifica, producendo elaborati che raccontano il lavoro del Parma e i suoi risultati, partecipando a convegni e pubblicazioni, a corsi di università ad hoc. Mandorino ha creato anche il già citato “monitoraggio invisibile” che, come ci spiega Lacome, punta a «non infastidire i giocatori che arrivano al campo e devono sottoporsi a esami, controlli o altri strumenti che ingombrano la loro giornata e li affaticano prima dell’allenamento». Questo monitoraggio avviene anche attraverso la machine learning controllando i valori di fatica e freschezza dei singoli atleti.

 

 

Prima di ogni seduta di allenamento viene fatta una riunione. Il reparto di Sport Science illustra chi, secondo gli studi condotti sulle sessioni precedenti, deve ridurre i carichi, chi deve aumentarli, come si approccia alla settimana di allenamenti, quali sono i dati live del carico metabolico, e altre particolarità. «Poi viene portato tutto al mister, che ormai ha fatto propri questi concetti e questo ci rende orgogliosi», affermano in coro. L’interazione con lo staff è costante: spesso la domanda arriva proprio dai preparatori, con lo Sport Scientist che va da Coustou per cercare le risposte ed elaborarle nel modo corretto e funzionale.

 

Poi si scende in campo.

 

E qui arriva Fabio Corradini, match-analyst. L’area di Game Analysis lavora tantissimo con i dati grezzi per evidenziare nel dettaglio ciò che può essere interessante per il mister a livello tattico e sportivo. Non vogliono dati già lavorati perché vogliono rispondere in modo preciso alle richieste: «Se il mister vuole informazioni su una costruzione a 32 metri, in una determinata porzione di campo, eccetera, noi possiamo dare la risposta al millimetro», ci spiega Corradini. «Anche noi, a nostra volta, segnaliamo se crediamo che qualcosa sia interessante».

 

 

Il suo compito è fondamentale. Perché se il mister riesce a guardare 2 partite degli avversari, lui ne guarda 6 e con i dati può invece raccontare la stagione nella sua interezza.

 

Tutti i dati sono collegati a interscambi tra i reparti. La struttura è a cascata, fino alle giovanili e alla femminile. Se qualcuno di loro propone qualcosa di interessante, viene testata a 360° nel team. Il collegamento e l’allineamento sono fondamentali perché è necessario avere software e dati uniformi per creare un’analisi scalabile e disporre di numeri che producano gli stessi risultati. In modo anche da poterli condividere internamente senza inesattezze.

 

L’intelligenza artificiale gioca inoltre un ruolo importante. Corradini, ad esempio, dispone di camere automatiche che seguono i giocatori in campo e le loro fasi, per produrre video a supporto dei dati. Anche alcuni modelli dei report interni sono fatti con AI, così come ad esempio gli expected goal raccolti da Coustou. «Ma senza le persone dietro a comprenderla, è inutile», ribadiscono. Lacome con una battuta spiega perfettamente il tema: «Se esistesse un algoritmo in cui inserisci cosa hai bisogno e ti suggerisce il giocatore perfetto… lo avremmo già comprato! Lo vorrei subito… ma non può esistere, ecco».

 

È Mandorino a fornirci una massima che racchiude la loro visione: «Se al dato poni la domanda giusta, ti arrivano risposte».

 

Al Parma, per adesso, ne arrivano tante, e la maggior parte giuste.