Vi sarà capitato varie volte durante le Olimpiadi (o anche Europei e Mondiali delle varie categorie) di sentire il telecronista dire: «L’atleta fa parte delle Fiamme Oro», oppure ancora «Questo atleta appartiene alle Fiamme Gialle», e così via. Perché dovete sapere che la maggior parte degli atleti azzurri sono militari, o appartenenti alle Forze dell’Ordine. A Tokyo 2021, su 384 italiani in gara, 129 erano delle Forze Armate e altri ancora di corpi di Polizia o Vigili del Fuoco.
Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri. La maggior parte dei nostri atleti appartiene all’Esercito. Sono, di fatto, ufficialmente dei militari. Questo perché escludendo calcio, basket, tennis e altri sport dove le società sono più ricche, e quindi possono garantire uno stipendio e dunque un lavoro ai propri atleti, negli sport “minori” (non per importanza, ma per flusso economico) questo non è possibile.
«Un atleta italiano farà sempre fatica a guadagnare tanto, in qualsiasi disciplina», ha dichiarato il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle (appartenente alla Guardia di Finanza). «Lo stipendio mensile – hanno proseguito – è quello di un finanziere normale (circa 1.400 euro al mese, ndr) e le uniche possibilità di guadagno ulteriore arrivano dagli sponsor e dai risultati sportivi». Gli sponsor, poi, sono in alcuni casi limitati dai vincoli del contratto statale.
Alcuni esempi: Jacobs, Paltrinieri e Tamberi sono tre poliziotti (appartengono alle Fiamme Oro), mentre Tortu è un finanziere (Fiamme Gialle, Guardia di Finanza). La lista potrebbe essere infinita. Spesso diventare un “atleta di Stato” è l’unico modo per restare atleta. Infatti, gli stipendi sono quelli di un dipendente statale, chiamato soltanto ad allenarsi.
Questo comporta fondi e strutture all’avanguardia per allenarsi. L’Esercito, in tutte le sue declinazioni, ha 6 centri di allenamento, suddivisi per funzionalità. Per diventare un “atleta di Stato” ci sono dei concorsi pubblici, in cui è necessario avere un certificato CONI di risultati o successi a livello nazionale. Il contratto più diffuso è come volontari in ferma prefissata quadriennale. L’addestramento comprende anche le attività militari di base, che si accompagnano agli allenamenti nei centri sportivi dei vari corpi.
La tradizione italiana, in tal senso, arriva da lontano. Già alle Olimpiadi del 1908 il marinaio Enrico Porro vinse l’oro nella lotta greco-romana. Questo è un tema che riguarda in modo più ampio il nostro Paese. All’estero questo modus operandi non è così diffuso.