L’approccio di Matthjis De Ligt alla Juventus non è stato dei migliori. Il difensore, acquistato dall’Ajax per 75 milioni di euro dopo una trattativa a oltranza, ha riscontrato alcune difficoltà tra amichevoli ed esordio in campionato. Lo ha confermato lui stesso: «Devo essere realistico, mi sto ancora ambientando qui in Italia». E Maurizio Sarri lo aveva avvisato: «Mi ha spiegato che il primo mese di allenamenti sarebbe stato un grande cambiamento per me, come succede a tutti i difensori che lavorano con lui».
Le prime uscite hanno mostrato svariate lacune sul conto del centrale olandese. Andiamo ad analizzarle.
Il primo errore è riscontrabile nell’amichevole in terra coreana contro il Team K, in occasione della rete del 2-1 avversario. Sull’errore difensivo corale, sul passaggio per l’autore del gol Cesinha, Rugani scala sul portatore di palla, mentre De Ligt non accorcia sul numero 11, chiudendo troppo in ritardo per impedirne la conclusione.
Altra amichevole, altro errore. Stavolta con la pesante compartecipazione di De Sciglio, colui che “vede” Joao Felix, al contrario dell’olandese. Sul lancio di Lemar, Felix scatta e brucia un poco reattivo De Ligt, che si fa superare dal pallone e dall’avversario, senza riuscire a opporre resistenza. E così l’Atletico Madrid ha firmato il 2-1.
Se il calcio d’agosto non conta, passiamo alla sfida di campionato tra Juventus e Napoli, nella quale ha giocato titolare dopo la panchina di Parma e l’infortunio di Chiellini. In occasione della prima rete azzurra, quella del momentaneo 3-1, De Ligt perde completamente la marcatura di Manolas, che insacca di testa in occasione di un calcio piazzato.
L’errore più grave avviene però sul 3-2 del Napoli, siglato da Lozano. Callejon scatta sulla sinistra, Bonucci prova a chiudere sullo spagnolo ma, senza seguire l’azione e non controllando una possibile presenza del messicano alle sue spalle, De Ligt si ferma e apre un corridoio sul quale, in extremis, Alex Sandro non riesce a intervenire. Un movimento tattico pigro.
Terzo gol, altro errore. Stavolta è Di Lorenzo a sfuggirgli, con il pallone tagliato di Callejon su calcio piazzato che attraversa l’area di rigore, supera la spaccata di De Ligt e carambola sul corpo dell’esterno partenopeo, che pareggia i conti.
«Le critiche che ti vengono poste sui social media se non giochi una partita non mi influenzano, ma le leggo», ha spiegato al De Telegraaf. In queste settimane, ha dimostrato di doversi adattare al calcio italiano, un mutamento già messo in conto. Apparso lento e macchinoso, tatticamente è ancora indietro rispetto ai livelli a cui può giungere. La panchina di Parma era stata sintomatica, l’infortunio di Chiellini darà una sterzata al suo processo di crescita e ambientamento. Per ciò che ha mostrato, gli errori grossolani saranno presto cancellati dal suo curriculum.