Il tecnico della Fiorentina, Cesare Prandelli, ha parlato a Sportweek, l’inserto del sabato de La Gazzetta dello Sport.
LA PRIMA ESPERIENZA – «Con la famiglia Della Valle sono stato benissimo per quattro anni e mezzo, poi decisero di cambiare e ci siamo lasciati come si fa tra persone perbene. Non sono stato io a lasciare Firenze, dove avevano ancora un contratto. Sono stato “accasato”, come da dichiarazione ufficiale della proprietà Della Valle. Ma io non sarei mai andato via dalla Fiorentina».
COMMISSO – «La nuova proprietà considera la Fiorentina come una famiglia e questo mi piace. Rappresenta un valore, non un limite. Commisso vuole bene alla squadra e tratta i giocatori come figli. Mi ricorda la famiglia Bortolotti all’Atalanta. Lui e Joe Barone hanno portato alla Fiorentina la cultura americana mantenendo i valori italiani».
IL PRESENTE – «Entrare in corsa rende tutto più complicato. È dura conoscere a fondo ventotto calciatori in poche settimane. È complicato anche cambiare tanto e subito perché il gruppo è ancora ancorato alle vecchie certezze. Io ho trovato disponibilità ma il problema è proprio il numero. Se hai 28 calciatori, dieci sono sempre scontenti. Preferisco avere qualche calciatore in meno ma che si senta dentro al progetto Fiorentina».
VLAHOVIC – «Dusan come Toni? È presto per dirlo: ha vent’anni e molti se ne dimenticano. Toni ne aveva 27 e parecchi campionati alle spalle quando arrivò qui. Oggi ho questi calciatori e per me sono fortissimi».