Una linea di vestiti (Strassenkicker), una gelateria (Ice Cream United), un birrificio, una catena di chioschi kebab (Mangal Döner) dopo aver giocato in Turchia. Tutto quanto a Colonia, la sua città. Benvenuti nel mondo di Lukas Podolski, a.k.a. Prinz Poldi in onore del carnevale di Colonia. Poi, ha fondato un’associazione di beneficenza, fatto da comparsa in una commedia tedesca e inciso una canzone nel 2016, Liebe deine stadt, “Ama questa città”, insieme a Mo-Torres e Cat Ballou. Ma Lukas Podolski ha molto altro da dire: è il terzo per presenze (130) e gol (49) segnati con la Nazionale tedesca, con cui poteva non giocare. Ha origini polacche, come pure Miroslav Klose, ma a 21 anni aveva già segnato sedici gol per la Germania: nessuno meglio di Podolski. Partecipa a sette grandi tornei – quattro Europei e un Mondiale –, quattro bronzi, un argento e la vittoria in Brasile. Campione del mondo. Eppure, coi club, disse al Guardian, non ha avuto ugual fortuna: «Ho lasciato il Bayern troppo presto. E accettare l’Inter in prestito è stato un errore».
Mo-Torres, Cat Ballou & Lukas Podolski – Liebe deine Stadtpic.twitter.com/ADy6ftOzLK
— 30秒ドイツソングたまにAustria (@deutsch_30sec) November 24, 2022
Podolski, Toni e Schumacher
Łukasz Józef Podolski nasce a Gliwice, in Polonia, il 4 luglio 1985. Suo padre Waldemar giocava a calcio da attaccante tra prima e seconda serie in Polonia, sua madre Krystyna invece in Nazionale polacca di pallamano. Quando Podolski ha due anni, la sua famiglia si trasferisce vicino a Colonia, a Bergheim, nella Germania Ovest. Qui Podolski studia, inizia a giocare a calcio e a 10 anni entra al Colonia. Nel 2003 ha 18 anni, Podolski debutta a novembre in Bundesliga e segna 10 gol in 19 partite, da debuttante. A fine stagione, il Colonia retrocede pure a causa di difficoltà economiche e in Zweite Liga Podolski brilla: 24 gol, poi 12 l’anno dopo. Nell’estate 2006, dopo il Mondiale che la Germania ospita e l’Italia di Lippi vince a Berlino, Podolski firma col Bayern Monaco. Gioca 106 partite in tre anni, segna un gol all’Inter di Mancini in Champions ma di fatto è riserva di Pizarro, Toni e Klose. Così torna a Colonia e segna 35 gol in tre anni. Curiosità: per riacquistarlo, il club ha creato un sito web e i tifosi potevano contribuire comprare un quadrato di 8×8 pixel a 25 euro e contribuire a pagare il Bayern. Tra i maggiori contributori c’era il tifoso Michael Schumacher.
🏆 2014 #WorldCup champion
😀 And, let’s be honest, one of the best smiles in the game
🥳 Happy birthday, @Podolski10! pic.twitter.com/07goFZ0gqZ
— FIFA World Cup (@FIFAWorldCup) June 4, 2021
Inter, Tudor e Puskás Award
Ma in primavera 2012 il Colonia retrocede in Zweite Liga e Podolski va all’Arsenal. A Londra, sta fino a gennaio 2015 quando va in prestito all’Inter (con Shaqiri) curiosamente allenata ancora da Roberto Mancini. Dopo sei mesi di Serie A, 18 partite e un gol, Podolski si trasferisce a Istanbul al Galatasaray, lo allena Ivan Tudor, quindi a giugno 2017 firma coi giapponesi del Vissel Kobe dove l’anno dopo arriva Andrés Iniesta. Torna in Turchia a inizio 2020 all’Antalyaspor di Sinan Gümüş e il 6 luglio 2021 viene presentato dal Górnik Zabrze, ovvero la squadra polacca – in cui giocava Arkadiusz Milik – per cui Podolski fa il tifo sin da bambino e che si trova a 10 km da dov’è nato. L’anno scorso, ci ha giocato 30 gare e segnato 9 gol, questa stagione sono 16 e 4, tra cui la perla qui sotto. Candidata al Puskás 2023?
I would like to be the first to congratulate Lukas Podolski on winning the 2023 Puskas Award 💥 pic.twitter.com/GUbpYdWAcY
— Dylan Walsh (@dylanwalsh_) November 5, 2022
Due Europei, tre gol alla Polonia
È lecito pensare che la carriera di club di Lukas Podolski non sia all’altezza della sua carriera con la Mannschaft. Ora, lui è cittadino polacco e nel 2003 diceva di voler giocare con la Polonia, però sembra nessuno gli abbia mai proposto i biancorossi, per cui – all’Europeo U17 del 2002 – Lukas Podolski gioca con la Germania e segna pure alla “sua” Polonia. Nell’estate 2004, prima Podolski gioca l’Europeo U21 ospitato dalla Germania e vinto dall’Italia di Alberto Gilardino, poi parte per il Portogallo dove il c.t. Völler lo convoca per l’Europeo dei grandi. Podolski gioca il Mondiale ’06 e segna tre gol – i tedeschi di Klinsmann si fermano in semifinale con l’Italia –, gioca Euro 2008 e segna una doppietta all’esordio (ancora!) contro la “sua” Polonia. E non esulta. Al Mondiale 2010 Podolski segna due gol, a Euro 2012 uno, al Mondiale 2014 è una riserva, non gioca mai i 90’ ma la Germania vince il Mondiale con gol di Mario Götze. Podolski è riserva pure all’Europeo 2016 e lascia la Mannschaft il 22 marzo 2017, in amichevole con l’Inghilterra. Congedandosi con un gol.