Quale squadra percorre più chilometri in Serie A?

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti 

Non importa quanto si corre ma come lo si fa”, quante volte giocando a calcio avete sentito il vostro mister o un vostro esperto compagno di squadra dire queste semplici parole che, al loro interno, racchiudono una verità assoluta. Spesso per capacità di corsa si intende il rincorrere gli avversari o avere più fiato rispetto agli altri, ma non è questo a fare la differenza. Molto importante, invece, è come si corre, come si imposta una preparazione atletica adeguata per permettere a tutti i calciatori in rosa di avere sufficiente benzina in corpo per affrontare un’intera stagione.

Oggi, analizzando il sito ufficiale della Lega Serie A, abbiamo visto la classifica dei chilometri percorsi. Guardandola dall’alto verso il basso si può notare come squadre di vertice nella graduatoria finale abbiano percorso meno campo di alcune compagini che si trovano nei bassifondi della classifica.

Il podio

Vedendo il podio non è un caso che al primo posto si trovi l’Inter di Antonio Conte, con 112,796 km in media a gara. L’ex tecnico della Juventus, circa un mese fa, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport, nella quale aveva fatto riferimento proprio a questo tipo di dato:

«Penso che la giusta condizione fisica sia importante a prescindere, il giocatore si deve sentire bene quando gioca la partita. Ma l’importante è che si corra nella giusta maniera, sia in fase di possesso che di non possesso. È importante quando crei le occasioni cercare di sfruttarle. L’Inter penso sia la squadra che crea di più nell’area avversaria e quando c’è la situazione giusta devi cercare di fare gol anche perché se non fai gol al massimo pareggi la partita. A inizio campionato abbiamo anche subito tanti gol, non c’erano i giusti equilibri ma piano piano siamo arrivati a fare delle valutazioni insieme ai ragazzi per trovare la formula migliore per non perdere niente nella fase offensiva ma trovare più solidità nella fase difensiva».

Al secondo posto, con 112, 504 km in media, troviamo la Lazio di Simone Inzaghi, una squadra che notoriamente subisce pochi infortuni e che attacca sempre fino al minuto 95 ed oltre, dimostrando una tenuta fisica invidiabile. A dire il vero, la formazione biancoceleste lo scorso anno ha pagato proprio un calo atletico nel post lockdown, non riuscendo a tenere il passo di Juventus, Atalanta ed Inter. Quest’anno, però, Inzaghi ha tenuto tutti nuovamente sulla corda e la Lazio è riuscita a ritrovarsi, terminando le gare senza affanni.

Il terzo posto di questa speciale graduatoria è occupato dal Napoli di Gattuso ,che è fermo a quota 111,465 km a partita. La compagine azzurra ha disputato una grande stagione, nonostante i tanti infortuni, ed ora con la rosa al completo sta dimostrando che avrebbe potuto lottare anche per qualcosa di più rispetto al solo piazzamento Champions League. Le squadre di Gattuso giocano un calcio piacevole ed hanno spesso una condizione fisica ottimale, che gli permette di arrivare a maggio senza la lingua di fuori.

Juventus, la sorpresa Parma e le convinzioni collettive

La Juventus di Pirlo la troviamo al sesto posto in classifica, preceduta dal retrocesso Parma e dal Genoa di Ballardini, che si è salvato con due giornate d’anticipo. I bianconeri hanno vissuto una stagione anomala ma i tanti giovani presenti in rosa garantiscono anche una buona base per il futuro e quest’anno è servito a tutti per capire gli errori commessi. Per quanto riguarda il sorprendente quarto posto dei ducali, invece, è doveroso ricordare che il Lecce di Liverani l’anno scorso ha chiuso al terzo posto di questa classifica. Insomma, seppur l’ex centrocampista di Lazio e Fiorentina non abbia allenato i gialloblù per tutto il campionato, il suo marchio di fabbrica è evidente anche in questa stagione: correre più degli altri per cercare di arrivare prima sul pallone.

Appena sotto la Juventus troviamo l’Atalanta che, nell’ideale collettivo, è la squadra che senza dubbio corre di più. Gli uomini di Gasperini, al contrario di molte altre squadre, occupano bene gli spazi e sembra che stiano sempre ovunque. Questo modo di giocare deriva dagli insegnamenti tattici del loro mister, un maestro nell’ambito. L’altra squadra che, a detta di molti, è instancabile è il Verona di Juric, non a caso discepolo dell’ex tecnico del Genoa. Gli scaligeri percorrono in media 109,106 km a partita e occupano il nono posto della graduatoria.

Le altre due retrocesse

Crotone e Benevento, le altre due retrocesse insieme al Parma, si trovano al decimo ed al dodicesimo posto e questo testimonia il fatto che non basta correre per fare meglio degli altri. I pitagorici hanno giocato un intero campionato nelle ultime posizioni di classifica ed, anche se spesso in modo immeritato, hanno perso troppe partite per pensare di poter conquistare la salvezza. I sanniti, dal canto loro, hanno dilapidato un vantaggio importante rispetto alle inseguitrici conquistato nel girone d’andata e nella seconda parte di stagione sono riusciti a vincere solo a Torino contro la Juventus, pur con una media di 108,268 km percorsi a partita.

Roma e Milan

La Roma di Fonseca ed il Milan di Pioli si trovano nella parte destra di questa classifica, seppur staccate di poco rispetto alle altre. Entrambe le squadre hanno vissuto di folate durante il campionato, con alti e bassi che ne hanno condizionato il rendimento. Fonseca saluterà i capitolini ma non è detto che le sue idee non restino in Italia, mentre il futuro di Pioli e dei suoi metodi di allenamento è appeso ad un filo e dipende dalla sfida di Bergamo dell’ultima giornata di campionato.

Le ultime 3

Infine, nelle ultime tre posizione, nella cosiddetta “zona retrocessione”, ci sono Fiorentina, Spezia e Torino, rispettivamente con 106,827 km, 106,462 e 105,88 km. È strano soprattutto il dato delle prime due, sebbene per i viola possa influire in maniera importante il passaggio di mano tra Iachini e Prandelli e viceversa. Il Torino di Nicola, invece, è sempre parso un club in difficoltà, ma alla fine è riuscito in ogni caso a conquistare la salvezza.

Adesso, con l’ultima giornata, qualche posizione potrebbe variare ma cambia poco per la classifica finale del campionato. Gli allenatori, però, dovranno valutare questi dati e capire dove hanno sbagliato rispetto ai loro colleghi, per migliorare le loro squadre ed in generale il calcio italiano.