Marcelo Bielsa ha appena riportato il Leeds in Premier League, dopo 16 lunghi anni di assenza. L’allenatore argentino è un tecnico fuori dagli schemi e la storia che vi stiamo per raccontare vi confermerà queste parole.
“El Loco”, nel 1987, all’inizio della sua carriera da allenatore, ha deciso di percorrere tutta l’Argentina in macchina con la sua 147, alla ricerca di talenti da scoprire e valorizzare. Alla fine del viaggio saranno 24mila i km percorsi dall’attuale tecnico del club inglese, dal nord di Resistencia al profondo sud della Patagonia.
Durante il suo lunghissimo viaggio, Bielsa ha incontrato tanti talenti da svezzare, ma soprattutto due lo hanno colpito, due che sono diventati calciatori di fama internazionale.
Bielsa ed il talento di Gabriel Omar Batistuta
Nel dipartimento di Avellaneda, a pochi chilometri da Rosario, il tecnico argentino ha incontrato Gabriel Omar Bastituta, all’epoca solo un ragazzino goffo e con un terribile debole per i dolci. Bielsa, però, ne ha giudicato, fin da subito, solo le enormi qualità tecniche ed il suo incredibile fiuto sotto porta, trattandolo come un figlio e viziandolo a suon di stecche di cioccolata dopo ogni grande prestazione.
«Mi fece dimagrire e quando finì la dieta mi portò nel suo ufficio, sotto la tribuna, e mi regalò una scatola intera di alfajores: è stato come un padre, l’allenatore più importante della mia vita», in una recente intervista ha parlato cosi uno dei più forti attaccanti della storia dell’Argentina, che ha sempre riconosciuto quanto sia stato fondamentale Bielsa per la sua carriera.
Mauricio Pochettino: il difensore che stava per firmare con i rivali
L’altro grande talento scoperto da Marcelo Bielsa è stato Mauricio Pochettino, ex difensore di grande temperamento, esonerato solo pochi mesi fa dal Tottenham. La storia che ha portato il difensore al Newell’s è ancora più incredibile di quella di Batistuta. Il giovane Mauricio, infatti, stava per firmare per il Rosario Central, la compagine rivale dei leprosos. Marcelo, però, non volle rischiare, soprattutto perché gli avevano parlato bene del ragazzino, e allora ancora una volta decise di accendere la 147 e partire alla ricerca della casa della famiglia Pochettino, convincendo la mamma di Mauricio.
«Io stavo dormendo. Ha chiesto a mia madre di poter andare in camera mia per vedermi da vicino. L’ha costretta ad alzare il piumone e poi ha detto: ‘guardi che aspetto da calciatore’», questo è il ricordo dell’ex difensore del Newell’s, che dopo pochi mesi dalla visita di Bielsa ha esordito a soli 16 anni nel campionato argentino, vincendo poi due titoli con El Loco in panchina.