Una carriera lunga, difficile, tortuosa. Per arrivare al vertice, anche in questo caso, la selezione è durissima e non fa sconti a nessuno. Molto spesso ci dimentichiamo che dietro i capelli brizzolati di un arbitro, c’è una vita pieni di sacrifici, viaggi, trasferte, permessi di lavoro. Un’avventura che, almeno per quel che riguarda l’Italia, non permette di certo garanzie economiche, se e fino al momento in cui non si approda quantomeno in Serie B.
Se poi esistono le qualità per arrivare ancora più in alto, ecco che un fischietto può addirittura diventare… internazionale. Questo è sostanzialmente l’ultimo ‘livello’ a cui un arbitro possa ambire. Poi, anche in questo caso, esistono varie ‘categorie’. Un arbitro diventato internazionale da poco, inizierà dirigendo gare di nazionali giovanili o di Youth League, ad esempio. Il percorso continua fino al massimo risultato possibile, ovvero l’eventuale finale dei Mondiali. Sono 3 gli arbitri italiani ad aver raggiunto questo grandissimo risultato: Sergio Gonnella, nel 1978, Pierluigi Collina, nel 2002, e Nicola Rizzoli, nel 2014.
Tutti questi passaggi si basano e vengono decretati dai giudizi degli osservatori, in qualsiasi momento della carriera di un arbitro: dagli esordienti provinciali fino a quando si è internazionale.
Champions League
Arrivare nella massima competizione europea per club è già un grandissimo risultato, per tutti, arbitri e giocatori.
Ma se per la maggior parte di coloro che si allacciano gli scarpini, li stipendi sono a sei zeri, ben diverso è ciò che accade per i direttori di gara.
Un articolo di Calcio&Finanza ha riportato le cifre percepite dagli arbitri che dirigono partite di Champions.
Secondo i dati ufficiali della UEFA sono tre le indennità che vengono riconosciute ai direttori di gara per una partita di Champions o Europa League:
- 200€ al giorno, calcolati dal giorno di partenza per andare ad arbitrare una gara a quello di rientro;
- 200€ una tantum (per spese quali trasporti locali, parcheggi, visti, hotel vicino all’aeroporto prima della partenza o dopo l’arrivo, ecc.)
- L’indennità vera e propria per l’incontro da dirigere (qui la cifra cambia a seconda della categoria dell’arbitro e dal ruolo del componente della squadra arbitrale).
Guadagno vero
La UEFA distingue gli arbitri e gli assistenti in due categorie:
- first, che percepiscono compensi inferiori;
- elite, quelli che percepiscono compensi superiori.
Partendo dai direttori di gara, un arbitro designato per una sfida di Champions o Europa League può guadagnare:
- 2.700€ (categoria first);
- 5 mila euro (categoria elite).
- I compensi aumentano rispettivamente a 3.700€ e 6.000€ per le gare dai quarti di finale in avanti.
Passando agli assistenti, i cosiddetti ‘guardalinee’, il compenso per una partita è di:
- 810€ (first)
- 1.500€ (elite)
- La cifra aumenta per le sfide dai quarti di finale a seguire: 1.110€ (first) o 1.800€ (elite).
Infine ecco il quarto ufficiale di gara, per tutti il ‘quarto uomo’. Trattandosi di un arbitro vero e proprio, pronto anche a subentrare nel caso di infortunio del direttore di gara ‘centrale’, la sua retribuzione è pari a 405€ (first) o 750€ (elite), mentre, per le partite dai quarti di finale in poi, crescono rispettivamente a 555€ (first) e 900€ (elite).