Gli ottimi risultati del Milan sono sotto gli occhi di tutti, non solo in campo, ma anche nella gestione economica del club. Per costruire una squadra prima in classifica, che non perde da 21 partite in Serie A, la società ha speso relativamente poco, quasi 28 milioni di euro. Tanto è bastato, nell’ultima sessione di mercato, per fare dei rossoneri un gruppo con legittime ambizioni da scudetto. Diogo Dalot e Brahim Diaz sono arrivati in prestito secco, Kjaer è stato riscattato per 3,5 milioni, così come Saelemaekers. Nello scambio tra Rebic e Andre Silva, l’esborso è stato di appena 5 milioni, gli stessi chiesti dal Bodø/Glimt per Hauge. Tatarusanu e Kalulu sono costati meno di un milione in due. Il vero investimento, ancora da valutare, è stato fatto su Tonali. Per il centrocampista del 2000 il Milan ha versato nelle casse del Brescia 10 milioni, sfruttando la formula del prestito oneroso.
Rivalutazione
Il segreto dei rossoneri sta nella capacità di valorizzare i giocatori che già aveva in casa. Gran parte del merito, quindi, va a Stefano Pioli e al suo staff. Secondo l’analisi della Gazzetta dello Sport, la rosa si sarebbe rivalutata per almeno 100 milioni. Theo Hernandez, pagato 20, oggi costerebbe il doppio. Sui 40 si aggira anche la valutazione di Kessie, mentre Bennacer, prelevato dall’Empoli per 16 milioni, ha una clausola fissata a 50. Calhanoglu è in uno dei suoi momenti migliori in carriera e se il Milan volesse monetizzare potrebbe chiedere tranquillamente 30 milioni.