di Cesare Ragionieri
Nel 1969 in Nigeria la guerra civile si fermò per due giorni perché entrambe le parti coinvolte volevano assistere ad una partita del Santos di Pelé. Sembra una storia tratta da un film, ma in realtà è proprio quello che successe. Grazie a O’Rei, il GOAT (Greatest of all time, ndr) del calcio fino a quel momento.
La stagione del club brasiliano cominciò con il tour in Africa. L’itinerario comprese partite amichevoli in diversi stati del Continente Nero: Congo, Mozambico, Ghana, Algeria e Nigeria. Proprio in quest’ultimo paese successe un qualcosa di incredibile, che spiega molto bene l’importanza del pallone in tutto il mondo. All’epoca Pelé era senza ombra di dubbio il miglior giocatore del globo. Già due volte Campione del Mondo con il suo Brasile nel 1958 e 1962, l’anno successivo avrebbe ottenuto il terzo successo con la Seleçao.
Il racconto della vicenda
Domenica 26 gennaio 1969. L’aereo del Santos tocca terra presso l’aeroporto di Lagos. Appena il tempo di atterrare che i brasiliani devono subito giocare: l’avversario è la proprio la Nazionale nigeriana. Reduci da una sconfitta contro il Congo, il Santos non va oltre il pareggio per 2-2 contro le Aquile Verdi. A segno, manca a dirlo, Pelé: del risultato al Peixe – questo il soprannome – non interessa niente. Quel che importa è l’aspetto economico del tour e, grazie a O’Rei, da quel punto di vista tutto va a gonfie vele.
Lo stesso non si può dire per la Federcalcio nigeriana, accusata dall’opinione pubblica locale di aver pagato troppo per una partita di calcio, in un momento storico così delicato a causa della guerra civile in corso. L’amore tra Pelé e la Nigeria ha però vita breve. Il Santos, infatti, l’indomani saluta Lagos alla volta del Mozambico per un’altra amichevole.
Verità o mito?
A distanza di tanti anni non è ancora possibile sapere come siano andate realmente le cose. Nonostante sia possibile trovare ricostruzioni di quest’evento presso importanti testate giornalistiche di tutto il mondo (CNN e The Guardian per dirne solo due), non esistono alcune notizie in merito a questa vicenda fornite dalla stampa nigeriana.
Il Nigerian Daily Times e l’Observer, due tra i maggiori quotidiani della Nigeria, riportano la cronaca e tutto il successo che ne derivò. Ma non menzionano un possibile ‘cessate il fuoco’.
Le versioni di Pelé
Sulla vicenda ha detto la sua anche O’Rei, anche se le sue due versioni sono leggermente diverse. Nel libro del 2007, il brasiliano si è espresso in questi termini:
«Non sono sicuro che sia completamente vero. I nigeriani ci assicurarono che i Biafrans almeno non avrebbero toccato Lagos mentre eravamo lì. Ricordo un’enorme presenza militare per le strade e grande protezione da parte dell’esercito e della polizia durante il nostro soggiorno in Nigeria. Il clima era molto pesante».
In un’intervista rilasciata nel 2011 alla CNN, però, Pelé ha cambiato la versione dei fatti:
«Sì, è tutto vero e mi sento fiero di questo. Perché, sapete, con la mia squadra, il Santos, abbiamo fermato addirittura una guerra. La gente era così fuori di testa per il calcio da deporre le armi».
A poco più di 50 anni da quella tournée in Africa del Santos, sulla vicenda è rimasto ancora un certo alone di mistero. Probabilmente la bellezza ed il romanticismo di tale storia permetteranno di farla passare come realmente esistita.