Se Mino Raiola è diventato uno dei procuratori più importanti nel panorama calcistico mondiale non è soltanto grazie alle indiscusse doti nel piazzare i suoi assistiti. Chi ha avuto modo di lavorare con lui, infatti, sostiene che ciò che lo contraddistingue sia il suo essere sempre presente. Con i “suoi” uomini Raiola stabilisce non solo una collaborazione lavorativa ma una vera e propria amicizia. In questo senso, il rapporto con Zlatan Ibrahimovic è uno dei più significativi. Dei retroscena dell’Ibra calciatore ha parlato in un’intervista al quotidiano olandese De Volkskrant: «Conosce molto bene il suo corpo, non ha bisogno di qualcuno che lo segua in particolare. A volte mi metto sopra di lui e lui continua a fare piegamenti… e lo sapete che non sono molto leggero. Può giocare fino a 50 anni, ma solo ai massimi livelli, fino a quando non dovrà uscire dal campo in barella».
Poi la stoccata al Milan, con il quale lo stesso Raiola ha avuto problemi a più riprese: «Ha resuscitato il Milan, ad oggi è il 90% della squadra». Se Zlatan, a 39 anni suonati, continua ad essere decisivo è perché ha una mentalità vincente, come spiega Mino: «Ibra vuole vincere sempre, anche quando gioca ai videogiochi. Pretende lo stesso dai suoi compagni. A Los Angeles, la squadra non aveva la sua stessa voglia di vincere. È una persona molto autocritica. Il fallimento non gli si addice, lo fa impazzire».
In conclusione un aneddoto esplicativo della dedizione al lavoro che ha caratterizzato la carriera di Ibracadabra: «Una volta, il giorno dopo una partita, Zlatan e un compagno di squadra si erano messi d’accordo per fare un giro in elicottero alle 11:00. Il suo compagno di squadra gli disse che sarebbe stato lì alle 10:30. Zlatan rispose: “No, verrai alle 8:30 perché prima dell’elicottero faremo 2 ore di allenamento“».