Luka Modric, centrocampista croato del Real Madrid e Pallone d’oro 2018, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in concomitanza con l’uscita nelle librerie della propria autobiografia ‘A modo mio’.
Ecco le sue parole.
IDOLO – «Boban era un mio idolo e papà, quando ero piccolo, mi comprò una tuta rossonera. Mi immaginavo calciatore del Milan ma è andata diversamente… e quando arrivi al Real è difficile pensare di andare altrove. Se a Madrid le cose non fossero andate bene, mi sarei certamente visto bene in Serie A. Ma onestamente, la priorità è sempre stata Madrid».
ITALIA – «Vi guardo e sono dispiaciuto per il Milan. Il vero Milan manca all’Italia e all’Europa. Ho un gruppo WhatsApp con i croati e mi sento sempre con Brozovic, con Badelj, con Pasalic che è formidabile e finalmente ha trovato il club giusto».
ISPIRAZIONE – «Mi sono sempre piaciuti i giocatori di stile. Totti, Del Piero, Pirlo. Ora ci sono giovani che promettono molto, su tutti Zaniolo, talento puro. Anche Sensi è molto interessante, poi mi piacciono Insigne, il Papu Gomez, Ribery e Bennacer».
PENALTY – «Io ho solo detto che per me il rigore c’era. Lucas Vazquez è stato spinto quando stava calciando da pochi passi. Che senso avrebbe avuto simulare? Poi ho vissuto situazioni simili e capisco chi protesta, ma non dovrebbero esserci differenze tra un rigore al 30’ e al 95’. A Buffon, comunque, auguro tutto il bene: è un grande».
CR7 – «Parlare del giocatore mi sembra banale: è tra i più grandi di sempre. Al Real ci è mancato per i gol e il carattere: Cristiano vuole sempre vincere, ci motivava e ci faceva reagire. Come persona poi è da 10 e lode, ha un cuore grande, è sempre pronto ad aiutare chi ha bisogna».
FUTURO – «In Champions vedo bene il Psg, anche se non giocherà fino ad agosto, poi facile dire Barcellona e Bayern. Occhio all’Atletico Madrid… e naturalmente tra i favoriti ci sarà chi passa tra il City e noi del Real. Per la A, la Juve è favorita, anche se per la competizione forse sarebbe bene che vincesse la Lazio o l’Inter…».
PROGRAMMI – «Sono sicuro di poter giocare ad alto livello ancora per due anni, poi si vedrà. Vorrei finire la carriera al Real, ma dipenderà anche dalla società. Di certo, farò il corso da allenatore. La nazionale per noi è un sentimento al di sopra del calcio, sia da giocatore che da c.t. sarei onorato di esserci».
TALENTI – «Mbappé ha tutto per dominare la scena, ma penso che per fare il salto di qualità abbia bisogno di andare in un campionato in cui la sua squadra non vinca così facilmente. Vedo grande potenziale anche in Vinicius e mi piacciono De Bruyne e Sterling. Quanto al calcio, la strada è quella della velocità. Velocità di corsa, di pensiero, di decisione. Ad alto livello si potrà giocare solo così».