Tra Roc Nation e Puma, la storia di Michele Rinchiuso

by Lorenzo Lombardi
roc nation reus

«Sono certo che Romelu, insieme ai miei vecchi colleghi di Roc Nation e alla sua famiglia, prenderà la scelta giusta e tornerà più forte di prima».

Parola di Michele Rinchiuso, ex vice-presidente delle operazioni per Roc Nation, e una delle figure più importanti legate alla gestione e allo sviluppo dei calciatori a 360 gradi. Dopo aver lavorato per anni in Puma, girando il mondo alla scoperta dei prossimi talenti da mettere sotto contratto, ha lavorato per Roc Nation, agenzia oggi leader a livello mondiale, che gestisce un portfolio immenso di star: «Ho conosciuto Romelu di persona, ha alle spalle una famiglia splendida che lo supporta. Il mio compito era quello di conoscere, in primis, le persone che stavano dietro ai calciatori. Ho conosciuto e lavorato con tantissimi campioni, da Giroud a Henry passando per De Bruyne, e ognuno di loro ha interessi e passioni completamente diverse. Ho condiviso con loro valori e obiettivi per aiutarli a sviluppare il proprio marchio a livello mondiale».

La condivisione all’interno di RocNation

Fondata nel 2008 da Jay-Z, Roc Nation, ad oggi, è l’agenzia di intrattenimento più importante del mondo. La lista di clienti include superstar globali: da Rihanna a Lamelo Ball fino a Lukaku e De Bruyne, all’interno dell’agenzia americana si trovano personaggi per ogni gusto e preferenza, tutti legati da una profonda sinergia. Nonostante facciano parte di mondi apparentemente lontani, spesso condividono interessi: «Roc Nation è come una grande famiglia in cui tutti si supportano a vicenda. Se le nostre star vogliono conoscersi o scambiarsi idee e opinioni, noi li aiutiamo a farlo. Per esempio Rihanna ha voluto i biglietti per andare a vedere l’Arsenal, di cui è tifosa. Tra i nostri assistiti poi c’è condivisione di pareri e idee e questa è la vera marcia in più che permette a RocNation di differenziarsi dal resto del panorama mondiale».

Michele per anni ha ricercato, mosso dalla sua curiosità, le migliori soluzioni per sviluppare la figura dei suoi clienti. Lo ha fatto cercando di rimanere sempre al passo coi tempi e rimanendo sempre aggiornato e informato sulle nuove opportunità: «Penso che sia molto importante, come regola di vita generale. Quando vengo a contatto con realtà a me sconosciute cerco sempre di prepararmi; mi informo e studio per avere una conoscenza basica di ciò che ci circonda». In questo modo ha proposto e realizzato grandi campagne, insieme ai giocatori stessi, e si è guadagnato il rispetto e l’amicizia di queste superstar. «Sono sempre stato onesto con loro. Non volevo solo diventare un loro amico, ma volevo che mi riconoscessero e apprezzassero il mio lavoro. In questo modo abbiamo costruito relazioni importanti e abbiamo potuto lavorare al meglio».

Spot pubblicitari, ingressi in nuove piattaforme o investimenti mirati, basandosi sugli interessi personali di ogni persona sono stati alla base dei suoi anni di lavoro: «Ricordo ancora il giorno in cui proposi a Kevin De Bruyne di creare il suo profilo Tik Tok. Mi rispose, ridendo, che lui aveva 30 anni e non poteva fare cose ‘infantili’. Oggi il suo canale ha quasi 6 milioni di follower».

Gli inizi di carriera con Puma

«Ero probabilmente il candidato peggior per quel lavoro. Mi scelsero perchè ovunque mi mandavano, qualunque fosse il mio compito, tornavo con una soluzione. Mi diedero un grande compito e una grande responsabilità; ero giovane e mi trovai a confrontarmi con gente del calibro di Falcao, Giroud e Rosicky». L’esperienza con Puma ha formato e preparato Michele, garantendogli, da giovane, la possibilità di interfacciarsi con grandi personalità del calcio mondiale. All’epoca Puma era il terzo brand di riferimento a livello sportivo, alle spalle di Nike e Adidas. Il lavoro fondamentale di ricerca e selezione dei talenti da sponsorizzare, per intenderci quello che fa Sonny per Jordan nel film ‘Air’, era a carico dei manager che allo stesso tempo dovevano cercare i nuovi talenti e chiudere accordi con i top players.  

Questo incarico è stato una delle responsabilità principali di Michele, che per anni si è dedicato alla visione di migliaia di partite, per scovare i profili giusti. «Siamo cresciuti insieme come team. Io ho avuto il compito di aiutare le sezioni locali di Puma a trovare i giovani giusti, dando loro un budget. Ricordo Reiss Nelson, oggi in forza all’Arsenal, quando aveva 14 anni. Era un talento incredibile e tutti cercavano di contattarlo. Parlai col suo entourage e con lui, ci avvicinammo alle sue richieste, ma poi passò ad Adidas che gli fece un’offerta folle». La cosa più bella rimasta dall’incarico di Puma, è vedere i giovanissimi ragazzi, notati prima di chiunque altro, farsi strada nel calcio che conta. Anche l’ultimo acquisto della campagna ‘intelligente’ del Milan, è una vecchia conoscenza di Michele: «Ho conosciuto, e messo sotto contratto, Yunnus Musah quando aveva 13 anni. Lo stesso agente di Nelson mi consigliò di tenerlo d’occhio. Fin da piccolo, ha sempre dimostrato di avere qualcosa in più degli altri. È un giocatore forte, soprattutto fisicamente, e sono sicuro che farà bene al Milan».

Gli impegni lavorativi e sociali

Oggi Michele ‘si divide’ tra tre compagnie. MR2 Studios è l’agenzia da lui fondata che si occupa di consulenze di Sport Marketing. La seconda compagnia, ‘Another Level Holding’, investe in atleti ‘globali’. Lavora anche per BSM, agenzia che si occupa di progetti a lungo termine in Arabia Saudita e più in generale in Oriente.  Collabora con Analytics Fc, azienda che unisce l’analisi delle prestazioni al senso del business per supportare i propri clienti, ed è anche membro di Football For Peace, organizzazione filantropica che sfrutta il potere globale del calcio per apportare cambiamenti reali, trattando anche tematiche sociali e ambientali.

Michele Rinchiuso è uno dei migliori professionisti all’interno dell’industria sportiva. L’impegno nei confronti dei clienti, unito alla sua creatività e alla sua rete di contatti su scala globale lo rende unico. È una persona chiara e onesta e ci ha raccontato com’è lavorare, e vivere, al fianco delle superstar che ammiriamo giornalmente in tv.