Nei lineamenti, e anche per il fatto che parla francese e usa il piede mancino, assomiglia più a Rabiot, ma diversi osservatori che l’hanno visto giocare l’hanno già etichettato come ‘nuovo Locatelli’. Probabilmente solo in Italia perché «a me non me l’hanno mai detto» ammette Rocco Ascone, 19enne talento del Lille che da un anno è in prestito ai danesi del Nordsjaelland e con la doppia cittadinanza, italiana e francese. «Comunque sia Locatelli è un grande giocatore, quindi è bello sentire questo paragone». È un centrocampista ‘moderno’, nel senso che può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, fino alla trequarti («In passato – aggiunge – sono stato pure in attacco»), ha visione e tiro da fuori. E un nome che ci suona familiare. «Mio padre è italiano, i miei nonni sono originari della Calabria».
Rocco Ascone e il Lille dei record
Lui, invece, è nato a Villeneuve-d’Ascq, Comune francese che si trova al nord e fa parte dell’area metropolitana di Lille. «E infatti – ci racconta – mi hanno notato mentre giocavo in un piccolo club vicino a casa mia quando avevo 8 anni. A 16, poi, mi hanno fatto firmare il mio primo contratto e per un anno e mezzo mi sono allenato con la prima squadra. È stato fantastico perché siamo diventati campioni di Francia (nel 2021, ndr) e io ho vissuto tutto con loro, anche la Champions League. Ho condiviso quei momenti con grandi giocatori come Maignan, Burak Yilmaz, Sanches Botman e l’allenatore Galtier (che oggi è al Psg, ndr)». Ascone ha vissuto tutto quanto dalla panchina, mettendosi in luce soprattutto con la seconda squadra del Lille e nella Youth League. «Ero appena entrato nel gruppo pro, però sono state davvero emozioni enormi, sembrava di vivere un sogno e al tempo stesso ho fatto grande esperienza. Alla ricerca di spazio – dice – a gennaio 2022 ho deciso di andare in prestito in Danimarca. In questa stagione le cose stanno andando bene, ho segnato 2 gol nelle prime 4 partite giocate con la prima squadra del Nordsjaelland».
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Il sogno? «Giocare in Italia»
Negli ultimi anni il Lille ha fornito ai top club europei una sfilza di grandi giocatori, basta pensare al Napoli e Osimhen. «Per quello che ho visto il motivo è che la società è organizzata alla perfezione e riesce sempre a proporre un gioco che sa valorizzare i grandi giocatori che passano» commenta il talentino cresciuto nel settore giovanile. Comunque ha deciso di partire: «Sono felice perché volevo avere più minuti in campo, sapevo che sarei andato in un campionato in cui avrei giocato. C’è stato un primo periodo di adattamento, ma adesso le cose stanno andando davvero bene, siamo primi in classifica e vogliamo vincere il campionato. Ovviamente è un calcio diverso, ma la differenza più grande è sul piano della mentalità: qua la gente non pensa allo stesso modo e reagisce in modo diverso».
«Quando non gioco e non mi alleno cerco di riposare, penso che sia la cosa più importante, anche se mi piace fare qualche giro in città» aggiunge Rocco Ascone, facendoci capire che l’unica cosa che ha in testa è arrivare ad alti livelli. Però non in un campionato qualsiasi: «Il mio sogno è giocare in Italia. Se chiudo gli occhi e penso a dove sarò tra cinque anni vorrei giocare in Serie A, o anche in Spagna». «Sono cresciuto guardando le giocate di Pirlo, il mio cuore batte per l’Italia e ho sempre tifato per il Milan». Finora è stato convocato nelle giovanili della Nazionale francese, ma per il futuro lascia aperto ogni porta: «Vedremo, se arriverà il momento dovrò pensarci bene».