Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.
LA CITTÀ – «Sono innamorato di Roma e quando si è innamorati si vedono solo gli aspetti positivi, di quelli negativi non ci si accorge. Ai miei occhi la città sembra perfetta, bellissima, nonostante non abbia avuto ancora modo di scoprirla tutta. E mi piacciono i romani. Io amo uscire, passeggiare e la gente è sempre affettuosa. I risultati indirizzano sempre la nostra vita, ma oltre che per la città, mi piacerebbe restare in un club che mi fa sentire a casa. La Roma è una delle società più importanti al mondo, vorrei restarci molto tempo».
PALLOTTA – «È vero che non è qui fisicamente, ma s’informa ogni giorno sull’andamento della squadra. E poi oggi il calcio è cambiato, nel mondo ci sono tanti esempi di altri club in cui i presidenti vivono in altri Paesi. Non credo che questo costituisca un problema per la Roma o influenzi il nostro lavoro. Pallotta non c’è, ma si sente. Si parla molto della trattativa societaria con Friedkin, ma questa cosa non influenza né me né la squadra. Non sono il tipo a cui piace immaginare scenari futuri. La gestione del club è affidata a Guido Fienga, che sta facendo un grande lavoro. Mi fido di lui».
SCUDETTO – «Penso che non sia giusto creare grandi aspettative. Meglio vivere con senso della realtà. Siamo all’inizio di un percorso. C’è un allenatore nuovo, un direttore sportivo nuovo, tanti giocatori sono arrivati e tanti sono andati via. Sono soddisfatto dell’andamento della squadra, ma sarebbe ingiusto creare questa pressione. Non vale la pena fare piani a lungo termine quando la prossima partita è sempre la più difficile. Soprattutto qui in Italia, dove l’ultima in classifica può battere la prima. La Juventus è più completa e di conseguenza resta favorita per la vittoria. Ma fino ad oggi l’Inter ha dimostrato di essere al suo livello. Nei bianconeri ci sono giocatori incredibili, ma anche l’Inter li ha forti, penso a Lautaro Martinez. E la Lazio ha Immobile. Poi anche le squadre minori hanno giocatori forti tecnicamente. Il Cagliari è la rivelazione del torneo».
BILANCIO – «Ho la consapevolezza che la Roma stia crescendo. Il mio primo bilancio è molto positivo, sono molto contento della squadra e della Serie A. Certo, il campionato è molto duro. Ci sono squadre e allenatori forti, ogni partita è diversa, ma dà grandi motivazioni. Di natura sono ottimista. E così penso che il 2020 possa essere meglio del 2019. Gli obiettivi non sono cambiati. Il primo resta quello di arrivare tra le prime 4 per andare in Champions. Detto questo non cambio idea: rafforzando questa squadra, credo che entro l’arco della durata del mio contratto (2021 più opzione di un anno, ndr), si possa vincere qualcosa. Logico, però, che anche ora si giochi per vincere. La Coppa Italia non è facile, ci aspetta il Parma e poi forse la Juve, ma ci proveremo. L’Europa League si è trasformata in una mini-Champions, visto le grandi squadre che ci sono, ma di sicuro non trascureremo questa competizione».
MERCATO – «Gennaio è un mercato difficile. Eventuali rinforzi devono migliorare la rosa, non è facile. Prenderemo qualcuno se ci saranno delle uscite e per alzare il livello. Petagna? Ottimo giocatore, ma non per il mio gioco».
FLORENZI –«Non devo mettermi nei suoi panni. Lo capisco, ma quello che succede a lui con la Nazionale succede anche ad altri. Sono consapevole di quello che rappresenta per club e tifosi. È un grandissimo professionista, non abbiamo mai avuto problemi, con lui ho un ottimo rapporto. Resta sempre un’opzione tecnica, ma questo vale anche per gli altri giocatori. Io devo pensare solo al bene della Roma. Non posso pensare al fatto se Florenzi giochi o meno in Nazionale, anche se lo comprendo».
SMALLING –«Chris è un grandissimo giocatore, che si è adattato molto bene al calcio italiano. Gli piace stare a Roma e il gruppo gli vuole bene».