di Giacomo Brunetti
La consapevolezza è un fattore fondamentale nella vita. Lo è per tutti noi, quindi anche per Romelu Lukaku. L’integrazione in un contesto è un altro fattore fondamentale, e Romelu questo lo sa: a Manchester non era andata bene e quando l’Inter ha chiamato, lui non ha esistato. Voluto dall’allenatore, acquisto più oneroso nella storia del Club: quale altro luogo per sentirsi importante? A volte è proprio una questione di sensazioni: stavolta non è stato da meno.
In gol grazie alla bresaola
«Sì, sono sovrappeso. Ma quando sono in ferie, io sono in ferie», parole recenti di Eden Hazard, non uno qualunque. Che, all’appuntamento più importante della sua vita, quello a lume di candela con la numero 7 del Real Madrid, si è presentato fuori forma. Come Lukaku, che in nerazzurro ha affrontato una precisa tabella di marcia studiata dallo staff di Antonio Conte: niente cibo fritto, mozzarella e alcol, nonostante in quest’ultimo caso il rischio non sussistesse, dato che Lukaku è astemio. La bresaola è invece l’alimento principe della nuova alimentazione mediterranea con tante verdure e più carni bianche ricche di proteine, come tacchino e pollo. In tournée, a Singapore, tutte le vettovaglie richieste dallo chef della Pinetina per poter preparare pranzi e cene secondo i dettami del dietologo, per Romelu invece una nutrizione ad hoc per spaccare il mondo.
Il fratellino e quella richiesta
«Lukaku è ragazzo di un’umiltà fuori dal comune. Mi ha accolto nello spogliatoio come fossi il suo fratellino. Da lui ho solo da imparare», ha raccontato Sebastiano Esposito alla Gazzetta. Romelu ha messo nuovamente al centro i rapporti umani, coltivando anche quello con Alexis Sanchez, già suo compagno in Inghilterra. E chiedendo a tutti di parlargli in italiano: solo così può integrarsi più velocemente. «Per gestire i suoi muscoli il controllo è la cosa più importante: a Romelu la forza avanza, se puntassi su quella perderemmo tempo; mi interessa più farlo lavorare sull’anticipo, per fargli fare un movimento un decimo di secondo prima. Ha 48 di piede e se c’è uno sbilanciamento per lui è molto più difficile. Stiamo lavorando per renderlo ancora più capace di gestire quel corpo enorme. Io fatico quando devo prenderlo: ti sfonda, quando facciamo la lotta non lo tengo, è difficile trovare un compagno che può spostarlo, forse l’unico in grado di farlo è Skriniar», ha svelato Julio Fajardo Tous, il preparatore in palestra di Conte.
Romelu Lukaku a caccia di record
«Nei miei primi anni avevo un solo obiettivo: fare la storia del calcio belga». Può scrivere quella dell’Inter. I 10 gol di Romelu Lukaku, un debuttante per il nostro campionato, riprendono un record che per la maglia nerazzurra apparteneva addirittura a Stefano Nyers risalente a 70 anni fa. E, da debuttante, sta puntando in alto e superando tutti gli attaccanti della storia recente dell’Inter, arrivando in doppia cifra prima di Milito, Ronaldo, Icardi e molti altri. Lui e Lautaro Martinez, insieme, hanno segnato 13 gol in trasferta: solo Atalanta e Napoli hanno fatto meglio in Serie A. «Non volevo essere tra i più forti, puntavo ad essere semplicemente il migliore, il più forte e il più grande di tutti. Perché ricordavo quando schivavo i ratti in giro per casa, perché non ho mai potuto guardare la Champions in Tv e perché ricordo come mi guardavano i genitori degli altri ragazzini. Per me era un missione». Per conto di se stesso.