Intervistato dal Sunday Times, Wayne Rooney ha parlato riguardo alla finale di Champions League che andrà in scena questa sera tra Paris Saint Germain e Bayern Monaco. Queste le sue parole.
Sulle sue finali: «La finale di Champions League è la più grande partita che si possa giocare nella propria carriera di club, il trucco è trattarla come una qualunque. Si tratta di mantenere la concentrazione e di non lasciarsi coinvolgere dall’hype. Alla vigilia della mia prima finale di Champions nel 2008, contro il Chelsea, gran rivale per noi del Manchester United, la cosa che mi continuava a passare per la testa era la paura di perdere. Decisi di staccare la spina dalla televisione, dai giornali, da tutto ciò che riguardava il calcio anche online. La palla al centro a Mosca era alle 22 e 45 ora locale, abbiamo pranzato alle 12 e 30, restando con quasi otto ore da ammazzare prima di partire per lo stadio. Che fai: dormi per un’ora, due ore, tre ore o non dormi affatto? Io finii per guardare dei cofanetti di serie TV e ho persino guardato un intero film. Sister Act. Da solo in una stanza d’albergo russa. A Roma nel 2009, due giorni prima della prima della finale con il Barcellona, siamo andati in Vaticano, abbiamo fatto quasi tutto il tour, il che mi è sembrato un po’ strano. Prima della finale del 2011 con il Barcellona a Wembley, tutta la squadra andò a vedere i Jersey Boys in un teatro di Londra. C’era pure Frankie Valli. Ancora una volta si trattava di tenere la mente occupata».
Su Mbappé: «Mbappé è veloce e fa gol. È il tipo di giocatore che entra nella testa dei difensori. Anche solo una piccola porzione di dubbio – “se arriva qui siamo nei guai” – può avere un grande effetto in una partita. Mi piace la sua mentalità. Nel calcio si corre con la palla e si corre senza palla. Molti giovani vogliono fare la prima cosa e non la seconda, perché è un lavoro più duro».
Su Mbappé e Neymar: «Mbappé e Neymar hanno una connessione. È importante per entrambi avere qualcuno sulla stessa lunghezza d’onda, per il PSG è importante sapere che uno può fare ciò che non farà l’altro. Cristiano Ronaldo e io abbiamo avuto una relazione simile allo United. Sono un grande tifoso di Neymar. La gente dice che cade troppo facilmente, che si tuffa, ma io ho visto Neymar essere preso a calci quindici, sedici volte durante una partita e – come Lionel Messi – alzarsi, andare avanti, continuare a giocare».