È la domanda che si stanno facendo tanti appassionati di calcio, soprattutto i tifosi granata e biancocelesti: cosa succede se la Salernitana va in Serie A con Claudio Lotito proprietario anche della Lazio?
Con la vittoria contro il già campione Empoli (2-0 firmato Bogdan e Anderson), la Salernitana di Castori è sempre seconda in classifica, a quota 66 punti. Il Monza di Brocchi insegue con 64 punti (3° posto). Il Lecce di Corini, visto il pareggio casalingo per 2-2 contro la Reggina, dice definitivamente addio ai sogni di promozione diretta: 62 punti e 4° posto.
A una giornata dalla fine, la formazione campana crede nella promozione in Serie A senza passare per i play-off. Nell’ultimo turno, i ragazzi di Castori sfideranno il Pescara già retrocesso in Serie C, mentre il Monza se la vedrà nel derby lombardo con il Brescia, ancora invischiato nella lotta per l’ultima posizione disponibile dei play-off.
Claudio Lotito
Il 21 luglio del 2011, assieme al cognato Marco Mezzaroma, Lotito fonda e diventa comproprietario dell’allora Salerno Calcio, società iscritta al campionato di Serie D. Il 12 luglio 2012, il sodalizio acquisisce i beni immateriali della Salernitana Sport e cambia la ragione sociale in Unione Sportiva Salernitana 1919.
Da lì la scalata, col ritorno tra i professionisti e la successiva promozione in Serie B nel 2014-2015.
Ora i granata si giocano l’accesso alla massima serie, ma cosa succede visto che Lotito è proprietario anche della Lazio?
A fare chiarezza è stato FanPage.it.
Società
Ad oggi, l’assetto societario della Salernitana ha una struttura ben precisa. Trattasi di una S.r.l partecipata da due società: Morgenstren S.r.l.i, amministrata da Marco Mezzaroma, e la Omnia Service S.r.l., che invece è intestata a Enrico Lotito, figlio del presidente della Lazio. Chiara riconducibilità della Salernitana alla figura di Claudio Lotito. Secondo FanPage, «in questo scenario, con le attuali norme in vigore, è dunque difficile che la Salernitana possa partecipare al prossimo campionato di Serie A con un presidente che possiede un altro club che partecipa al massimo torneo calcistico italiano».
«Qualora sopravvengano situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi».
Questo ciò che recita il quarto comma dell’art. 16-bis delle Noif, il quale specifica proprio questo concetto in cui si ribadisce come lo stesso club granata dovrà cambiare l’assetto societario entro un mese. I nuovi soggetti o gruppo, non dovranno essere riconducibili, ai sensi della normativa vigente, al presidente della Lazio.
Il successivo comma 2, arricchisce il concetto di influenza dominante.
«Un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali».
In sostanza, per concludere, Lotito non può essere proprietario di due club che partecipano allo stesso torneo professionistico.
Ora la Salernitana avrà 30 giorni a disposizione per cambiare l’assetto societario che non faccia capo allo stesso Claudio Lotito. La sanzione massima possibile è, infatti, l’esclusione al prossimo campionato di Serie A. L’alternativa sarebbe vendere l’intera società a terzi.
Consiglio Federale
Nel frattempo, il Consiglio Federale, lo scorso 26 aprile 2021, ha emanato nuove norme in diversi ambiti proprio per contrastare una mala gestione da parte di parecchie società calcistiche italiane: dalla Serie C alla Serie A. In tema di multiproprietà, è stata resa nota la necessità di eliminare le multiproprietà di club in Italia proprio per non incappare in problemi di questa tipologia.
La FIGC, dopo le ultime modifiche apportate dal Consiglio Federale, spiega che:
«Su proposta del presidente federale, il Consiglio ha deliberato di vietare le plurime partecipazioni di controllo da parte di un medesimo soggetto in ambito professionistico, anche nell’ipotesi in cui una società dilettantistica, controllata da un soggetto impegnato come socio di controllo nel professionismo, salga in Serie C».
In pratica, qualora un soggetto, già presidente di un altro club professionistico, ottenesse la promozione dalla Serie D alla Serie C, sarebbe obbligato a cedere il controllo di una delle due società.
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