Walter Samuel, ex difensore di Inter e Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport.
SERIE A – «Mi auguro che si torni a giocare per dare un po’ di gioia alla gente, è impressionante l’entusiasmo che ha scatenato la Bundesliga. Il calcio è importante, sicuramente il Governo e le autorità scientifiche hanno le loro preoccupazioni, mi auguro però che si possa tornare a giocare per i calciatori, per la gente che lavora, mi auguro che ripartano anche gli altri sport. Mi sono accorto che guardando le partite in Germania la gente è contenta. Italia? Se ricomincia il campionato sarà un po’ diverso, ci saranno tanti elementi da tenere in considerazione, si giocherà ogni tre giorni. Chi avrà la migliore condizione fisica la spunterà».
CAPELLO – «Mi ha dato tantissimo. Mi ha aiutato, appena arrivato ero spaesato, lui mi ha sostenuto, ha creduto in me. Gli devo molto, mi faceva sentire importante, sentivo la sua fiducia. Un allenatore severo come lui è stato determinante per vincere a Roma: cercava sempre di avere il massimo da ognuno di noi, a volte lo faceva in modo brusco»
MOURINHO – «José è diverso da Capello, forse era più vicino ai giocatori, anche se di alcuni si fidava di più, di altri meno. Mi sono trovato bene con lui come con Capello, entrambi mi dimostravano con i fatti che credevano in me, mi facevano giocare sempre. Sono riusciti ad avere il massimo da ogni giocatore. Adesso che sono dall’altra parte mi rendo conto che questo non è facile. Ho avuto anche altri grandissimi allenatori: Bianchi, Bielsa, Ranieri. Ognuno ti lascia qualcosa».
ROMA – «Lo scudetto? Oggi a distanza di quasi vent’anni mi rendo conto dell’impresa che abbiamo centrato. Essere uno dei giocatori che ha vinto uno dei tre scudetti della storia del club è motivo di orgoglio. Ho il rimpianto di non aver vinto di più, perché potevamo farlo ancora, soprattutto l’anno successivo, avevamo una squadra fortissima. E oggi mi pento di essere andato via due giorni dopo il trionfo finale. Ero giovane, non mi rendevo conto. Mi sono perso la festa al Circo Massimo, è stata straordinaria».
FONSECA – «Mi piace, l’ho conosciuto a Roma per il corso. Siamo andati a Trigoria a studiare i suoi metodi di allenamento. Sta facendo bene al primo anno in Italia, propone un calcio interessante. E molto preparato, lui e il suo staff. Conte? L’ho conosciuto quando giocava, mi sembra un allenatore forte e con idee chiarissime»
ZANETTI – «Javier sapeva che quello sarebbe stato il suo cammino. Ha cominciato a prepararsi, ha studiato, l’esperienza che farà lo aiuterà tanto, perché una cosa è giocare, un’altra è fare il dirigente. Sono molto contento per lui»
TOTTI – «Il giorno del suo addio mi sono emozionato per lui. È strano che Francesco non sia più in società, chiunque pensava sarebbe rimasto per sempre. Ma non è voluto stare lì per non fare niente».