Sassuolo, Carnevali: «L’importante è chiudere la Serie A. Alcune uscite di Spadafora poco brillanti»

by Redazione Cronache
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Giovanni Carnevali, amministratore delegato e direttore generale del Sassuolo, è intervenuto a TMW Radio soffermandosi su diversi temi.

FUTURO – «Sicuramente le parole del direttore Rezza non ci possono far pensare ad un ritorno rapido nel campionato. Noi d’altronde ci siamo affidati al Comitato tecnico-scientifico, tra l’altro. Vogliamo tutti ricominciare, ma sappiamo che ci saranno difficoltà: ora aspettiamo di poter vedere questo protocollo. Abbiamo sentito parlare di tamponi, esami… Ma non so se saranno cose così semplici, si veda le mascherine che sono introvabili».

DANNO ECONOMICO – «L’emergenza è globale, per tutte le aziende. Anche il calcio, che è tra le più importanti in Italia, ha delle grandissime difficoltà a causa dei mancati introiti. Dovremo far fronte a questa cosa, sarà difficile arrivare al termine della stagione, se finirà, ma sono preoccupato per gli anni prossimi. Ci saranno ancora mancate entrate certe, ci sarà da discutere con le emittenti tv… Fattori che portano a un grande danno».

SERIE A – «L’importante è poter chiudere il campionato: non mi piace stravolgere troppo, mi piacerebbe finire massimo a fine luglio così da ricominciare l’anno seguente nel modo migliore. Però tutto è possibile, si parla anche di Mondiali in inverno già… L’importante è dare credibilità al sistema calcio: spero che decida chi ha competenza e conosce la materia, perché in Italia ora è quello che serve in ogni campo. Linearità, correttezza e trasparenza, che sento venir meno in alcune dichiarazioni».

MODELLO SASSUOLO – «Come società abbiamo la fortuna di avere dietro una grande proprietà, la famiglia Squinzi, che ci permette di affrontare i campionati in un certo modo. La nostra forza è sempre stata la progettualità, guardare più in là che nell’immediato. Bisognerà rivedere tutto il sistema, chi sta al vertice del nostro calcio deve avere una visione globale, tenendo in mente che il motore è la Serie A. Non può fermarsi, e deve dare sostegno anche alle società minori».

SPADAFORA – «Alcune uscite non sono state così brillanti. Probabilmente è entrato da poco in questo mondo, non lo conosce. Chi governa deve avere le giuste competenze, vediamo anche in politica che non ci sono situazioni chiare, indicazioni giuste… Abbiamo bisogno di sapere cosa fare, e che ce la possiamo fare. Speriamo che dopo questo dramma si riesca a vivere meglio di prima».

TAGLIO DEGLI STIPENDI – «C’è stato un gran polverone. Anche in tante cose che ho letto, i giocatori messi in cattiva luce… Non è così. La maggior parte di loro sono persone intelligenti, con cuore. Posso garantirvi che tanti giocatori fanno beneficenza, aiutano. Sanno di avere la fortuna di guadagnare molto, e non per tutti è così, guardate le categorie inferiori. Si è creata questa relazione non corretta tra società e giocatori. Dobbiamo essere più sereni, siamo tutti sulla stessa barca. Credo sia giusto che chi ha le possibilità debba venire incontro alle problematiche aziendali. Non sono tagli e rinunce, ma qualcosa che sostenga il sistema, e dobbiamo pensarci tutti. Non dovremmo discutere ma aiutare, tutti».