Dalle foto si riconosce subito. «Gianluca è quello alto alto, il pennellone». Occhi buoni e il sorriso sincero, quasi ingenuo. «Se gli mettevi un pallone sulla testa segnava 9 volte su 10». Emiliano Leva gira le foto su Whatsapp e sorride. Ha allenato Scamacca e Davide Frattesi quand’erano «due pupi», come dice lui, baby talenti delle giovanili della Lazio. Il primo centravanti, l’altro già mezzala, un «guerriero forgiato a corsa, pane e nutella». Un segreto svelato ora: «Torneo in Svezia. La sera prima della partita preparo le fette biscottate e le distribuisco a tutti. Gianluca sta attento e ne mangia giusto un paio, mentre Davide si abbuffa…». Sgarrare ha pagato però: «Segna un paio di gol in finale e vincemmo il trofeo».
Scamacca e Frattesi
Frattesi e Scamacca sono amici da una vita. Hanno giocato insieme al Delle Vittorie, alla Lazio, alla Roma e oggi sono al Sassuolo. Condividono lo stesso appartamento senza litigare mai: «Erano così anche in biancoceleste, sempre insieme. Andavamo sempre a cena fuori o al cinema, curavo molto questo aspetto. Il gruppo, lo stare insieme. Ogni tanto mi vedo con alcuni di quei ragazzi. E con Davide siamo rimasti amici. Mi piace pensare di avergli lasciato un segno». Anche perché Frattesi giocava a tennis, ma non faceva per lui: «Impazzivo ad ogni errore, spaccavo la racchetta tipo McEnroe».
Allenamenti ad hoc
Su Gianluca ci hanno lavorato: «Prima di prendere in mano la squadra dei ’99 parlai con Fabio Ripert, storico preparatore atletico di Simone Inzaghi. Scamacca aveva problemi di coordinazione e studiammo per lui un programma ad hoc. A fine seduta facevamo un lavoro individuale. Cross, tiri in porta, colpi di testa». Cose che gli son servite. L’anno scorso ha segnato 8 gol a Genova, quest’anno 14 al Sassuolo. «A volte lo facevo giocare come seconda punta in un 4-4-1-1, per fargli affinare la tecnica. Ovviamente qualche tirata d’orecchie se l’è presa». Altro sorriso: «Una volta l’ho sostituito dopo soli dieci minuti e la prese malissimo, ma lo facevo per il suo bene. Tuttora siamo amici e ci sentiamo. Mi ha regalato la sua maglia del Sassuolo».
«Segna gli stessi gol»
Scamacca ha lasciato la Lazio nel 2012 per andare alla Roma, ma se il destino avesse fatto la sua parte forse avrebbe scelto altro. «Mi chiamò Filippo Galli, ex responsabile del settore giovanile del Milan (ora è al Parma). Disse che avrebbe mandato un suo uomo a visionarlo, ma non ne ho più saputo nulla». Dopo tre anni nei giallorossi arriva il Psv, poi il giro di prestiti per l’Italia. Il resto è storia. «Segna gli stessi gol di quand’era ragazzino». Il solito pennellone dagli occhi buoni.