Alla lettera in cui Mediaset chiede di regolarizzare un’eventuale trasmissione delle partite in chiaro è stato aggiunto un destinatario: oltre a Lega e governo, da ieri c’è l’AGCM, autorità garante della concorrenza e del mercato: l’obiettivo è segnalare una possibile condotta discriminatoria. La posizione di Mediaset ha origine da un presupposto specifico: i diritti in chiaro non sono mai stati inseriti in bandi di vendita e se ora la Lega autorizzasse una sola tv (TV8?) alla trasmissione, danneggerebbe le altre, a cui dovrebbe invece essere concessa la stessa facoltà. O tutti, o nessuno.
Le due ipotesi
Per avviare un bando d’asta per i diritti in chiaro non c’è più tempo: tra una settimana la Serie A tornerà in campo. Per questo Mediaset chiede che in un eventuale scenario opposto (un’emittente venga infine autorizzata alla messa in onda) ci siano almeno regole precise: in questo caso, che alla tv in questione sia impedito di diffondere messaggi pubblicitari. Se una tv fosse investita dei diritti lo sarebbe in un contesto di eccezionalità, come richiesto dallo stesso ministro dello Sport Spadafora. E un servizio pubblico – è la linea Mediaset – non può trasformarsi in strategia commerciale, motivo per cui è stato coinvolto anche l’AGCM.