di Andrea Sperti
Siamo chi scegliamo di essere. Arriva sempre il momento in cui bisogna fare delle scelte. Destra o sinistra, avanti o indietro, la fama o l’amore. In quell’istante ognuno di noi prende strade differenti, compie scelte diverse, perché nessuno in fondo è uguale all’altro.
C’è un ragazzo, all’anagrafe Marco Reus, che davanti a delle scelte è stato posto fin da giovane. Questa è la sua storia, abbiamo deciso di raccontarla proprio oggi che è il suo compleanno, soffermandoci sulle decisioni che ha preso nella sua carriera, quelle che lo hanno portato a non abbandonare mai Dortmund ed il suo amato Borussia, nonostante questo, ad inizio carriera, gli abbia voltato le spalle.
Una vita prima del Borussia: la scelta dopo il no al provino
Siamo nel 2006, Marco ha un solo desiderio: giocare nel suo Borussia. È nato e cresciuto con due colori in testa e l’idea di poter indossare la maglia della sua squadra del cuore lo fa arrivare quasi due ore prima al primo provino con il club tedesco. Purtroppo per lui, però, l’allenatore dell’epoca decide di scartarlo, spegnendo i sogni di tutta la sua famiglia.
Molti a quel punto avrebbero mollato, sembrava non essere destino, ma Marco, nella sua carriera, ha dimostrato di non aver paura delle porte in faccia, aprendole tutte a suon di tiri dalla distanza. Il classe ’89 è ripartito dall’under 19 del Rot Weiss Alhen, nella quinta serie del calcio tedesco, provando a dimostrare che a sbagliare erano gli altri.
Quel biondino in campo ci sapeva fare, aveva qualità fuori dal comune e Rolf Konings, presidente del Borussia Mönchengladbach, è stato il più lesto di tutti ad assicurarsi le sue prestazioni, acquistando un giocatore che poi farà le fortune della compagine tedesca. Alla fine in maglia bianconera Reus segnerà 41 gol in 109 presenze, entrando nella storia del club grazie ad una rete siglata nel play-out contro il Bochum.
Tutto è quasi perfetto, ma il bello deve ancora arrivare. Nel 2012 il presidente del Borussia Dortmund, su indicazione del suo allenatore Jurgen Klopp, ha bussato alla porta del Gladbach, cercando di convincere i Fohlen a vendere Reus. Marco non credeva alle sue orecchie, quel Borussia per il quale ha fatto il tifo da sempre e che lo ha scartato 6 anni prima, ora era disposto a spendere circa 18 milioni di euro per riportarlo a casa, in quel “Signal Iduna Park” che, anche da avversario, gli ha sempre messo i brividi.
La storia d’amore tra Dortmund e Reus
La storia d’amore tra Borussia Dortmund e Marco Reus è ancora viva, esattamente dal momento della sua firma sul contratto che lo ha legato ai giallo neri. Al primo anno con il nuovo club, il classe ’89 ha conquistato il titolo in Germania e sfiorato la vittoria della Champions, persa solo in finale contro i rivali di sempre del Bayern Monaco. La sinergia creata con Götze e Lewandowski ha reso tutto più facile, con i tre tenori che si intendevano a meraviglia, giocando probabilmente il più bel calcio d’Europa in quella stagione.
Questo è il momento delle scelte di cui abbiamo scritto prima. I suoi due amici, in campo e nella vita, hanno scelto di cambiare, di passare dal più forte per provare a vincere di più. Robert Lewandowski e Mario Götze, infatti, hanno indossato la maglia del Bayern Monaco,“tradendo” di fatto la squadra che li aveva permesso di esprimersi al meglio anche in campo internazionale. Marco no. Marco non ce l’ha fatta. L’offerta è arrivata, era di quelle che non si possono rifiutare, eppure lui l’ha rispedita al mittente.
Ora il Borussia Dortmund è tornato a combattere per il titolo, mentre negli ultimi anni qualche battuta d’arresto ne aveva minato le certezze consolidate nel tempo. Marco ha dovuto combattere con vari problemi fisici, che ne hanno condizionato minutaggio e rendimento, ma ha comunque saputo dare il suo fondamentale contributo alla causa. I 31 anni di oggi sembrano pochi rispetto alle tante avventure già vissute dall’esterno tedesco. Probabilmente la sua intenzione è quella di chiudere la carriera con la maglia della sua città addosso, magari con il muro umano giallonero pronto a dedicargli per l’ultima volta un coro. Il classe ’89 ha scelto, lo ha fatto con il cuore e poco male se ha vinto qualcosa in meno rispetto a chi è andato via.
Siamo chi scegliamo di essere essere. E Marco ha scelto di essere un giocatore del Borussia Dortmund.