«Spostamenti, calcio e nuove misure», il punto del Premier Conte

by Redazione Cronache

Il Premier Conte, in conferenza stampa, ha annunciato cosa cambierà nei prossimi giorni. «Abbiamo approvato il decreto legge che dal 18 maggio ci consente di entrare a pieno regime nella fase due. Affrontiamo questa fase due con prudenza. I dati della curva dei contagi sono confortanti: è sceso il numero dei malati, dei contagiati. Sono aumentati i guariti».

Il premier ha quindi ribadito che da lunedì non saranno più necessarie le autocertificazioni per spostarsi “all’interno della regione senza alcuna limitazione. Si potrà andare dove si vuole: nei negozi, in montagna, al mare. E riprende la vita sociale. Rimane il divieto di uscire per chi è positivo al virus e per chi e’ in quarantena o ha sintomi. Resta il divieto di creare assembramenti. In questa fase bisognerà comunque rispettare la distanza di un metro. Raccomandiamo di portare la mascherina, in alcuni casi sara’ obbligatoria. Da una regione a un’altra ci si può spostare per i motivi già noti. Gli spostamenti interregionali sono limitati fino al 3 giugno. Se i dati continueranno a essere incoraggianti, potremo tornare a muoverci in tutta Italia senza limitazioni”. E dal 3 giugno “sarà possibile spostarsi anche tra gli Stati Ue senza obbligo di quarantena per chi arriva in Italia. Questo favorirà anche la ripresa del turismo”.quadra. Conte ha fatto riferimento al buonsenso degli italiani, chiedendo di mantenere la distanza di almeno un metro.

Gli spostamenti

«Si potrà andare dove si vuole, riprende la vita sociale: resta il divieto di uscire di casa per chi è positivo e per chi ha sintomi riconducibili al COVID-19. Sono vietati gli assembramenti, raccomandiamo di portare sempre la mascherina. Da una regione all’altra ci si può spostare solo per i motivi già noti, e sarà così fino al 3 giugno. Riapriranno i negozi di vendita al dettaglio, tutte le attività legate alla cura della persona. Riapriranno anche ristoranti, bar, pub, pasticcerie», ha dichiarato Conte.

Sulla Serie A

Resta la linea della prudenza massima sull’ipotesi di ripartenza del campionato di calcio. Conte ha parlato della necessità di “avere qualche garanzia in più che in questo momento non c’è”. Parole di difesa sul ministro dello Sport Spadafora. «Sta seguendo con grande attenzione il mondo dello sport, è molto responsabile come tutto il Governo. Bisogna prima capire e aspettare che si realizzino le condizioni per la ripresa del campionato, non solo di calcio, in condizioni di massima sicurezza».

Sulle riaperture

«Ho visto i cartelli “Senza aiuti non potremo riaprire” e ho ricevuto tante richieste di aiuto», ha detto il presidente del Consiglio, «So che, per alcuni settori, questa riapertura non porterà a una ripresa economica e che il disagio sociale non sparirà di colpo». Conte ha chiarito di essere «consapevole che il decreto Rilancio non sarà la soluzione a tutti i problemi economici. Stiamo dando una mano a chi deve ripartire. Per questo con la manovra il governo intende gettare un ponte per contenere l’impatto di questa crisi anche con misure importanti per costruire il nostro futuro». Un altro contributo alla riprese arriverà dal Decreto Semplificazione che verrà varato nelle prossime settimane e a cui, ha detto Conte, «Ci dedicheremo dalle prossime ore. Vogliamo rendere più rapidi alcuni passaggi amministrativi accelerando a costo zero la crescita economica e sociale»

Sulla Lombardia

«È stato presentato un piano nazionale di monitoraggio molto articolato, non mi risulta che altri Paesi abbiano fatto lo stesso. Questo piano ci permette di affrontare con fiducia la fase 2, altrimenti sarebbe stato irresponsabile optare per queste riaperture. È importantissimo mantenere le misure di distanziamento sociale, restare attenti e portarsi sempre dietro la mascherina. Alla Lombardia, nel caso specifico, non possiamo dire di non riaprire perché non si trova nella fascia oltre la soglia che non le permette di farlo. Ogni Regione, la Lombardia così come tutte le altre, è libera di decidere se allentare o meno la presa. Se poi lo Stato, che mantiene un ruolo di vigilanza importantissimo, dovesse reputare che ci siamo allontanati troppo dai parametri di controllo della curva epidemiologica, chiaramente interverrà. Questo Governo ci mette sempre la faccia».