A livello mondiale è stato il sabato della 28^ espulsione in carriera di Sergio Ramos (26 con il Real Madrid, 2 con il PSG) e la domenica dei 700 gol di Cristiano Ronaldo con i club, dei quali ne sottolineiamo uno di gomito in Real Madrid-Athletic Bilbao 5-0 del 6 ottobre 2014 e soprattutto uno – ehm – con i genitali in Manchester United-West Ham 4-1 del 3 maggio 2008 (vedere per credere il video qui sotto). Poi cos’altro? Ah sì, il sorteggio dei gironi di qualificazione agli Europei 2026, che ha messo insieme nello stesso gruppo le due finaliste dell’Europeo precedente (Italia e Inghilterra) più un’altra squadra che aveva raggiunto i quarti (Ucraina): una situazione simile era capitata sempre all’Italia ai gironi di qualificazione a Euro 2008, dove da freschi campioni del mondo eravamo finiti insieme ai vice-campioni del mondo (la Francia) e a una delle “quartiste” di Germania 2006 (sempre l’Ucraina). Vediamo adesso le Statistiche Inutili della nona giornata di Serie A.
Il lago dei Cigni
Con una doppietta delle sue, sabato pomeriggio a Reggio Emilia Edin Dzeko ha tagliato in grande stile il traguardo dei 100 gol in serie A, diventando il sesto attaccante con soprannome da animale ad andare in tripla cifra dopo Kurt “Uccellino” Hamrin, Gabriel Omar “Re Leone” Batistuta, Luis “o’ Lione” Vinicio, Felice “Farfallino” Borel e Andrea “Gallo” Belotti. Secondo una famosa citazione del telecronista Riccardo Trevisani allora a Sky nel momento in cui il bosniaco segnò uno splendido gol alla Van Basten nei minuti finali di Torino-Roma del 19 agosto 2018, Dzeko è il “Cigno di Sarajevo”: lampante l’omaggio al Cigno originale, quello di Utrecht, che però in serie A si è fermato appena a 90 gol con la maglia del Milan. Tra i Cigni minori segnaliamo il Cigno di Grosseto Marco Branca, ben 76 gol tra Udinese, Sampdoria, Fiorentina, Parma, Inter e Roma, e il “Cigno di Treia” Federico Melchiorri, tre gol con il Cagliari nel 2016-17 (Treia è il suo paese natale, in provincia di Macerata).
L’è gran Milan
Il piatto forte del weekend era naturalmente Milan-Juventus e ha sorriso ai rossoneri, che dopo 16 stagioni sono tornati a battere in casa le due rivali storiche: l’ultima doppietta Inter-Juve a San Siro risaliva infatti al 2005-2006, quando i ragazzi di Ancelotti avevano battuto 3-1 la Juve di Capello e 1-0 l’Inter di Mancini, nel famoso derby giocato di Venerdì Santo e risolto da una zampata di Kaladze. Un risultato classico come un 2-0 non si verificava invece dal 24 marzo 2000 (doppietta di Shevchenko). Ancora meglio: al ventesimo tentativo Stefano Pioli ha finalmente battuto Massimiliano Allegri, contro cui non aveva racimolato che cinque pareggi nei 19 precedenti incontri. Tra gli allenatori di serie A, la striscia peggiore torna dunque a essere quella di Emiliano Mondonico, mai vincitore in 18 precedenti contro Fabio Capello (che peraltro allenava sempre la squadra più forte). Prima della galoppata di Brahim Diaz, l’ultimo numero 10 del Milan ad aver segnato alla Juventus era stato addirittura Clarence Seedorf, in Milan-Juventus 1-1 del 10 maggio 2009 (arbitro Orsato pure quella volta).
Duzioni, chi era costui?
Numeri che impallidiscono di fronte alla Statistica Inutile su Fikayo Tomori, che ha segnato due gol in serie A in due partite diverse, ma sempre contro la Juventus. Un record che condivide con un solo giocatore, perso nelle brume della memoria: tale Francesco Duzioni del Lecco (ora capite la citazione manzoniana del titolino, eh eh eh?). Numero 6 della compagine lacustre e primatista di presenze in serie A con la maglia bluceleste, capitan Duzioni segnò appena due reti in massima serie ma entrambe contro la Vecchia Signora, ed entrambe in due partite finite 2-2 con i bianconeri in vantaggio di due gol: Lecco-Juventus 2-2 del 1° gennaio 1961 e Lecco-Juventus 2-2 del 7 gennaio 1962. Della prima partita, giocata il pomeriggio di Capodanno su un campo macchiato di neve, esiste addirittura un imperdibile minuto di immagini.
Milano che fatica
Dusan Vlahovic, il peggiore in campo di Milan-Juventus nonché involontario assist-man per il 2-0 di Diaz, merita una statistica ad hoc. Eccola: a 56 gol in serie A, il serbo ha serie chances di diventare nel giro di poche partite il capocannoniere all-time della storia della serie A tra chi non ha mai segnato a San Siro. L’anno scorso non ci aveva addirittura mai giocato, dal momento che la Fiorentina aveva giocato le sue due partite a Milano quando Vlahovic era già della Juve, mentre la Juve le aveva giocate quando Vlahovic era ancora a Firenze. Nel 2020-21 fu invece protagonista in negativo di Inter-Fiorentina 4-3, fallendo una comoda chance per il 2-4 prima della rimonta finale dei nerazzurri di Conte; lo stesso anno fu più sfortunato in Milan-Fiorentina, quando Donnarumma gli negò il gol con uno straordinario riflesso, deviando sul palo un suo violento sinistro. Inter-Juventus è in calendario il 19 marzo, tra 18 giornate: quindi Vlahovic ha ampio margine per agganciare e superare l’attuale primatista, un’altra leggenda della Fiorentina come Giancarlo Antognoni, che ha segnato i suoi 61 gol in serie A tutti lontano dalla Scala del calcio.
Don Raffaé
Berlusconi e Galliani ci hanno fregato ancora: chi avrebbe mai detto che nelle sue prime tre partite da professionista, per giunta in serie A, Raffaele Palladino avrebbe totalizzato 9 punti, 6 gol fatti e nessuno subito? Sono numeri che hanno un solo precedente per un debuttante assoluto: si tratta di un altro ex juventino napoletano come Ciro Ferrara, che nelle sue prime tre panchine in serie A con la Juventus (a cavallo tra il 2008-09 e il 2009-10) ottenne gli stessi identici risultati e prolungò la striscia positiva fino a sei vittorie consecutive, prima che le cose in autunno iniziassero a prendere una brutta piega (nel video qui sotto la sua terza vittoria, un 1-0 contro il Chievo targato Iaquinta). Prendendo in esame le prime tre partite in serie A di ogni allenatore di Berlusconi in 36 anni di calcio, Palladino ha fatto meglio di tutti: nessuno aveva fatto bottino pieno, i migliori – con 7 punti – erano stati Clarence Seedorf (Milan 2013-14), Carlo Ancelotti (Milan 2001-02), Fatih Terim (Milan 2001-02) e la coppia Cesare Maldini-Mauro Tassotti (Milan 2000-01).
Il Congresso di Cremona
Affollata come un’assemblea ONU la distinta di Cremonese-Napoli, con giocatori di 17 Paesi e cinque continenti diversi. Naturale che da una babele del genere uscisse un record storico: Cremonese-Napoli del 9 ottobre 2022 è stata la terza partita della storia della serie A in cui sono andati a segno rappresentanti di quattro federazioni internazionali diverse, nel dettaglio Politano (UEFA-Europa), Dessers (CAF-Africa), Simeone e Mathias Olivera (CONMEBOL-Sudamerica) e infine Lozano (CONCACAF-Nord&Centro America). L’ultimo precedente risaliva al 6 marzo 2011, un Inter-Genoa 5-2 in cui erano finiti sul tabellino gli europei Pazzini e Pandev, l’asiatico Nagatomo, l’africano Eto’o e i sudamericani Palacio e Boselli. Infine, in Inter-Cagliari 3-2 del 15 gennaio 2006 avevano segnato l’europeo Esposito, l’africano Martins, il sudamericano Adriano e il centro-americano Suazo (per la FIFA, ricordiamolo, Nord-Centro America e SudAmerica sono due continenti separati).
Ciro alla fine
Finale in bellezza con la super-Lazio che dilaga a Firenze e vince la terza partita consecutiva per 4-0 dopo quelle contro Cremonese e Spezia: in 93 anni di Serie A non c’era mai riuscito nessuno. Complimenti ovviamente anche a Ciro Immobile, che raggiunge a 188 gol Del Piero, Gilardino e Di Natale ed entra nella top 10 dei cannonieri all-time del nostro campionato, con ampio margine per risalire ancora la classifica: il traguardo dei 200 gol è ampiamente alla portata già in questa stagione. Con il suo gol al 91′ su ennesimo assist di Milinkovic-Savic, inoltre, Ciruzzo segna il suo 15° gol in campionato dal 90′ in poi, là dove osano le aquile: in questo è il migliore di sempre, staccando l’ex laziale Marco Di Vaio e un maestro del thriller come Pippo Inzaghi, a quota 14.