«Quel che di sicuro per ora non si trova è una bussola e soprattutto chi sia in grado di leggere la direzione da prendere». Lo scrive Marco Tardelli su La Stampa. Il candidato alla presidenza dell’Aic parla della confusione nel momento della ripartenza del calcio. «Abbiamo delle date: l’inizio degli allenamenti collettivi il 18 maggio (forse, visto il caos ritiri) e quella del girone di ritorno del campionato secondo la Lega il 13 giugno, con uno strascico di mugugni da parte di alcune componenti del calcio italiano. Lamentele, davvero pertinenti, soprattutto da parte dei medici dei club della nostra Lega di serie A. Difficile dargli torto: chiedono protezione e garanzie riguardo le responsabilità civili e penali nel momento in cui un giocatore durante questo periodo sotto la cappa del Covid-19 venisse contagiato. Quel che avviene nella Bundesliga è impossibile da applicare al nostro campionato, per la semplice ragione che i giocatori non sono dipendenti dei club, e dunque cade la responsabilità penale nei confronti dei medici e dei Club. C’è chi chiede il ritiro prolungato per avere più sicurezza, ma sinceramente mi sembra un’idea difficile da cavalcare, ma se così non dovesse essere il rischio naturalmente aumenterebbe», spiega Tardelli. «Il Ministro dello Sport Spadafora ha dichiarato che il protocollo è stato corretto secondo le indicazioni del Cts ma la certezza è sempre lontana e lo dimostrano le varie defezioni di medici che non condividono le linee guida dello stesso protocollo sulla ripresa. A questo punto è molto complicato capire quale sia la giusta strada da seguire; chissà, forse, ‘il segno della Crocè ci potrà aiutare». Lo riporta AdnKronos.