Di Leonardo Maldini
«Mi sono allenato con il ragazzo la scorsa stagione a Southampton per due o tre settimane. In tutti gli anni in cui ho giocato non c’è mai stato niente che abbia visto su un campo di allenamento che mi togliesse il respiro, ma stava facendo cose sul campo che mi hanno fatto alzare e dire ‘Wow’. Potrebbe andare avanti e diventare un giocatore migliore di Wayne Rooney». Per far dire una frase così a uno come Matt Le Tissier, o sei forte, o sei Wayne Rooney. Il centrocampista francese, naturalizzato inglese, parlava così di un ragazzino che nel 2006 lo stupì in un allenamento con il Southampton, e che da lì a poco fu convocato per la prima volta con la maglia dell’Inghilterra (diventandone il più giovane esordiente). Le Tissier stava parlando di Theo Walcott. L’esterno inglese, ai tempi, non era nemmeno diciottenne, e stupiva tutti con le sue doti palla al piede. Walcott è riuscito, come pochissimi nel nostro calcio, ad esordire prima in nazionale che in Premier League.
Il trasferimento all’Arsenal
La sua consacrazione è avvenuta all’Arsenal. Wenger aveva notato subito quel ragazzino che impressionava tutti al Southampton e non se l’è fatto sfuggire. L’Arsenal lo acquista per 7 milioni e mezzo, cifre record a quel tempo per un minorenne, battendo la concorrenza di Manchester United e Liverpool. Walcott, oltre che per le doti palla al piede, impressionava per la sua rapidità. L’esterno inglese era bravissimo a partire da fermo e bruciare tutti. Il potenziale e le buone prospettive erano dalla sua parte. Wenger, dopo nemmeno una stagione, si era totalmente innamorato di lui. Molti giornalisti lo criticavano perché non partiva titolare, ma il tecnico francese ha sempre spiegato la situazione: «Ha il record di 40 metri. Penso che siano 4,72 secondi o qualcosa del genere. Certamente Theo avrebbe potuto essere un corridore di 100 metri. Lo inserisco a partita in corso perché spezza in due le difese. Non fa molti gol, ma se capite di calcio vedete come cambia la squadra prima e dopo di lui». Infatti, in uno studio condotto nel 2009 da Der Spiegel, è risultato il terzo giocatore più veloce al mondo, con una velocità calcolata di 35,60 km/h.
Cosa è andato storto?
La stampa era dalla sua parte, la squadra e l’allenatore anche. Allora Walcott come ha fatto a non esplodere definitivamente? Come ha fatto a regalare “solo” 108 reti in 12 anni all’Arsenal? Come può un giocatore di prospettive internazionali, decantato da tutti, finire (con onore, e con tutto il rispetto possibile) in una realtà di metà classifica come quella dell’Everton, dovendo addirittura lottare per il posto da titolare?
La risposta è semplice, gli infortuni. Theo Walcott, nei suoi 12 anni di militanza nei Gunners conta ben 15 infortuni di natura diversa, tra cui spicca la rottura al crociato nell’anno 2013-2014 che gli ha fatto saltare un’intera stagione. Da quando si è completato il suo trasferimento all’Everton, Walcott non ha dovuto fare più i conti con nessun infortunio, ma con un problema di cuore. Infatti Walcott si è sempre dichiarato grande tifoso del Liverpool, il più grande rivale dell’Everton. Il ragazzo infatti racconta infatti che, nel 2005, quando il Liverpool vinse la Champions League, lui svegliò tutto il quartiere per esultare e non dormì la notte per l’eccitazione. L’esterno, ora nei toffees, ha totalizzato 58 presenze in 3 anni, segnando 10 gol. La sua fede calcistica non gli ha impedito di portare avanti il suo lavoro con professionalità, e con l’Everton, a 31 anni compiuti, sta trovando la sua dimensione.
Walcott ed Harry Potter
Nel 2007, lo zio di Walcott, David Yates, diresse “Harry Potter e l’ordine della Fenice“, e mentre molti dei membri della famiglia dell’attaccante ricevettero ruoli da comparse nella produzione. Walcott, come dichiarato in un’intervista prima del passaggio all’Everton: «Mio zio, David Yates, era il regista, così ha cercato di farmi entrare in un film, ma non ho avuto il tempo di impegnarmi. Ci vuole un sacco di tempo. Molti miei familiari fanno parte del film. Magari quando smetterò con il calcio avrò più tempo…».
Eppure nessuno sa dove era Walcott la sera di Liverpool-Tottenham, non si sa se ha gioito per i reds oppure no. Nessuno dice di averlo visto quella sera… Forse era scomparso dopo un incantesimo, o forse stava semplicemente andando troppo veloce.
Auguri, Theo Walcott.