Se domenica a pranzo il Bologna ha battuto l’Inter, non è (solo) grazie al gol di Orsolini, in uno stato di forma eccezionale: 4 reti e 2 assist nelle ultime 5 partite, e il Bologna ne ha vinte 4. L’inversione di marcia è merito di Thiago Motta. Aveva iniziato con 1 punto in 4 gare, ne ha vinte 3 di fila con Lecce, Monza e Torino prima di subire 6 gol a San Siro dalla sua ex Inter. È ripartito: Sassuolo e Udinese battuti, pari con la Cremonese di Ballardini e ora il Bologna di Thiago Motta è alle porte d’Europa: 16 punti in 7 gare, settimo posto in classifica a -6 dall’Atalanta virtualmente ai playoff di Conference. E se spesso si pensa che gli ex centrocampisti diventino automaticamente buoni allenatori, Motta è avvantaggiato. Ha vissuto l’era pre-Guardiola al Barça, il 3-4-3 di Gian Piero Gasperini al Genoa, il Triplete con Mourinho, ha vinto 18 dei suoi 27 trofei nei sei anni a Parigi. Ne è passato di tempo da quando indossava il numero 10 nell’Italia di Conte a Euro 2016…
Lo stop, il tiro e la corsa sotto la Bulgarelli 🤪
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Thiago Motta, Parigi e 2-7-2
Il 18 luglio 2018, Thiago Motta è nominato allenatore del PSG U19 – prima ancora di ottenere la qualifica UEFA di primo livello: la otterrà a settembre – ma lascia Parigi dopo una sola stagione. I rossoblù hanno in rosa Nianzou, Pembélé, Aouchiche e Kalimuendo. Quell’anno, raggiungono gli ottavi di finale di Youth League e il secondo posto in campionato, dietro il Rennes di Trouillet e Lucas Da Cunha. Curiosamente, passeranno entrambi al Nizza senza sfondare: il primo ora gioca al Panathinaikos e il secondo a Como, in Serie B. Il problema però è che Thiago Motta a novembre 2018 rilascia un’intervista a La Gazzetta dello Sport in cui spiega la sua idea di «calcio libero», ma pronuncia una frase ahimè storpiata: «La mia squadra deve essere offensiva, corta, deve imporre il gioco e pressare alto. Il calcio non è il biliardino, non contano i numeri ma i movimenti, il 5-3-2 può essere offensivo e il 4-3-3 può essere difensivo. Per me, si può leggere la squadra da destra a sinistra e giocare con il 2-7-2. Due laterali, 7 in mezzo al campo, col portiere, che avvia l’azione, e due sulla fascia opposta». Undici mesi dopo, dopo 8 turni di campionato, il Genoa ha soli 5 punti.
⚽️ Ci eravamo lasciati così.
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— Genoa CFC (@GenoaCFC) October 22, 2019
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Balotelli, CR7 e 10 sole partite
Il tecnico è Aurelio Andreazzoli, che il 5 ottobre 2019 perde 2-1 al Ferraris col Milan (nonostante il gol di Lasse Schöne) e due settimane dopo crolla 5-1 a Parma (tripletta di Cornelius, Kucka e Kulusevski). Viene esonerato. Con un coup de théâtre, sulla panchina rossoblù arriva Thiago Motta: «Con Preziosi non sono servite parole, è bastato guardarci negli occhi. Non è cambiato molto, da quando me ne sono andato», si presenta. L’esordiente esordisce il 26 ottobre al Ferraris contro il Brescia di Balotelli, che passa presto in vantaggio con Tonali. Thiago Motta inserisce tre uomini (Agudelo, Pandev e Kouamé) e tutti e tre segnano: non era mai successo nella storia della Serie A. Il Genoa vince 3-1 e la stampa osanna Motta, che 4 giorni dopo perde solo al 96’ allo Stadium per un rigore di Cristiano Ronaldo. Eppure, il Genoa non ingrana: 2 k.o. (Udinese e Torino) e 3 pari (Napoli, Lecce e Spal). Il 14 dicembre c’è il derby della Lanterna, la Samp lo vince all’85’ grazie a Gabbiadini e Thiago Motta non mangia il panettone. Al Grifone, ultimo in classifica, arriva Nicola.
Pirlo, poeti e Arnautović
Thiago Motta non si scompone e a settembre 2020 ottiene il patentino Uefa Pro (108/110), nella stessa sessione di Pirlo, Mohamed Kallon e Luca Toni, l’ex compagno del Triplete Christian Chivu e Vincenzo Italiano. Che nel frattempo ha salvato con una giornata d’anticipo lo Spezia di Giulio Maggiore, che lui stesso aveva portato in Serie A per la prima volta. Poi però Italiano ha risolto il contratto ed è andato a Firenze e nel Golfo dei Poeti hanno preso Thiago Motta. Stesso risultato, salvezza con un turno d’anticipo. Certo, 4 punti nelle prime 7 giornate, poi un crescendo e delle memorabili vittorie in trasferta su Napoli, Genoa e Milan. Anche qui però Thiago rescinde, e il 12 settembre scorso firma col Bologna che ha appena esonerato Siniša Mihajlović (12° in classifica, con 6 punti in 6 partite). I rossoblù, 15°, hanno segnato soli 5 gol – tutti di Marko Arnautović, che Motta non s’è fatto scrupoli a dosare. Gli sono bastati due attaccanti disponibili su 5 per battere la sua ex Inter, che a novembre a San Siro aveva dilagato: 6-1. Ah, quant’è cresciuto il Bologna. Con il solito 4-2-3-1 e una gestione di Arnautovic da allenatore maturo: di fronte alle tensione ha rotto con il suo attaccante migliore, senza paura di dare spazio agli altri.