Intorno alla mezzanotte di ieri un terremoto ha squassato il mondo del calcio. Con un comunicato congiunto, 12 top club europei Inter, Milan e Inter, Barcellona, Real Madrid, Atlético le sei big inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham) hanno annunciato di aver avviato il progetto Superlega. Una competizione privata, al di fuori dell’egida della Fifa, dell’Uefa e delle singole federazioni nazionali. Un torneo internazionale composto da 20 società, divise in due gironi da dieci, che andrebbe di fatto a sostituire la Champions League.
12 Top Club europei annunciano la creazione della Super League. Juventus Football Club tra i fondatori.https://t.co/QGT8iF883o pic.twitter.com/r2dSq1nkbg
— JuventusFC (@juventusfc) April 18, 2021
Il quando non si sa ancora. Alcuni media in Europa, come Sky Sports Uk, hanno rivelato che si potrebbe cominciare già in agosto, più probabile che slitti all’anno prossimo, se non al 2022. Di certo, per ora, ci sono un sito ufficiale e una bozza di format, cose concrete che rischiano di creare un grosso contenzioso con Nyon. Sebbene la nota esprima la volontà, da parte dei club, di cooperare con gli enti del calcio, continentale e mondiale, non si esclude la possibilità delle carte bollate, laddove le trattative dovessero andare male. Non è un caso neanche il giorno dell’annuncio, il 19 aprile, lo stesso in cui il Comitato Esecutivo dovrebbe varare la riforma della Champions League e rettificare le sedi definitive per Euro 2020. Uno smacco a cui la Fifa ha già risposto minacciando multe milionarie, squalifiche a ogni livello e divieti di partecipazione alle le partite delle nazionali. Un vero e proprio schiaffo di Anagni, con tanto di schiaffo di ritorno.
UEFA, the English Football Association, the Premier League, the Royal Spanish Football Federation (RFEF), LaLiga, the Italian Football Federation (FIGC) and Lega Serie A have today released a statement.
Read it in full here: 👇
— UEFA (@UEFA) April 18, 2021
Gli scenari
Nel calcio dove tutto cambia in una notte, però, forse è già tempo di guardare un po’ più in là e pensare a quali club resteranno fuori dalla nuova competizione. La bilancia del negoziato, infatti, sembra pendere a favore dei club, principalmente per due motivi: soldi e peso politico. Secondo quanto riportato da Sky Sport, il fatturato totale della Super League si aggirerebbe intorno ai 7 miliardi di euro a stagione, ben 6 in più della Champions.
Plans for a European Super League would be very damaging for football and we support football authorities in taking action.
They would strike at the heart of the domestic game, and will concern fans across the country. (1/2)
— Boris Johnson (@BorisJohnson) April 18, 2021
Il regista dell’operazione, poi, sarebbe Florentino Pérez, il presidente del Real Madrid, squadra da cui nel 1955 era partito il progetto per la nascita della Coppa dei Campioni. Pérez diverrebbe così il nuovo numero con uno e avrebbe come vice Andrea Agnelli, dimessosi dalla presidenza dell’Eca, e Malcolm Glazer, proprietario del Manchester United. Tre assi di briscola da calare quando il gioco si farà dura.
https://www.youtube.com/watch?v=dvP3VvpYNLk
Ce l’ho, manca
I top club ci sono più o meno tutti. Fa discutere, però, l’assenza delle due ultime finaliste di Champions League, Bayern Monaco e Paris Saint-Germain. Non si tratta di un legame romantico con la competizione, ma di un po’ di diffidenza. Tedeschi e francesi, che si portano dietro il Borussia Dortmund, ci vogliono vedere chiaro e temono che alla fine la Super League non si farà. All’invito hanno risposto “no, almeno per ora” e per questo hanno incassato il ringraziamento dell’Uefa. Eppure non è da escludere che la prossima stagione potremmo non vedere in Europa una quantità di talento smisurata. Da Di Maria a Sané, da Neuer a Reus, passando per Icardi, Sancho e Gnabry. E poi loro, i big.
Coppia d’oro
Prima tra tutti la coppia stellare della città delle luci, Parigi. Pensare a Mbappé e Neymar fuori è quasi un’eresia, anche perché in questi anni hanno segnato le serate del martedì e del mercoledì. Resta ancora negli occhi la tripletta al Camp Nou del francese e la straordinaria prova del brasiliano nei quarti di finale con il Bayern Monaco. I numeri quasi li offendono: 27 gol e 17 assist in cinque annate europee per Kylian, fin dal 2016-2017, quando quasi da solo ha trascinato il Monaco in semifinale. Sono 41 invece i gol di O’Ney, in 67 partite. Il 10 del Psg aveva lasciato il Barcellona per portare la Champions in Francia e ora sembra che gliela possano togliere sotto al naso, proprio nel miglior momento della squadra a livello internazionale. Il messaggio della sorte è chiaro, o ti sbrighi a vincerla quest’anno, Guardiola permettendo, oppure rimetti quel sogno sotto al tappeto.
Il Cannibale
Un altro che con la Dea Fortuna ha un conto aperto è Robert Lewandowski. Certo, una Champions lui l’ha già vinta ad agosto scorso, ma in una stagione in cui ha raccolto un camion di record, gli è mancato il più prestigioso, il pallone d’oro. Alzare la coppa a Istanbul a maggio avrebbe riproposto la sua candidatura, ma ha sofferto dal divano per l’eliminazione dei suoi compagni contro il Paris per un infortunio al collaterale del ginocchio destro. L’Europa per lui è ormai l’angolino di casa, la conosce a menadito. Ci gioca da dieci anni consecutivi e nel 2021-2022 potrebbe festeggiare le 100 presenze in Champions. Non disputare la Superlega sarebbe una beffa per una macchina da 73 gol in 96 gare e che non vedeva l’ora di misurarsi ancora una volta, a 32 anni, con i tanti suoi possibili eredi. Anche se sulla mancata partecipazione del Bayern Monaco ci sarebbero ancora molti dubbi.
Visualizza questo post su Instagram
Il futuro
Uno di questi è senza dubbio Erling Haaland. Non solo perché ha preso il suo posto, con qualche anno di ritardo, al Borussia, ma anche perché a numeri è l’unico che possa tenere il passo del polacco. In campo internazionale il norvegese si è espresso ancor meglio rispetto alla Bundesliga, come se più si alzasse il livello, più anche lui migliorasse le sue prestazioni. È stato il più veloce a toccare quota 20 gol in Champions, in appena 16 match.
Un ritmo insostenibile che però non ha permesso alla sua squadra di andare più in là dei quarti. Gli è mancata la grande campagna europea, quella che per esempio aveva consacrato Lewandowski nel 2013. Ha appena 20 anni, c’è tempo, ma un’esclusione dalla Superlega ne complicherebbe il cammino. A meno che il suo procuratore, Mino Raiola, abbia altre idee di mercato, che portano verso Madrid e Barcellona. Ma questa è un’altra storia.
E poi?
La lista di grandi giocatori che verrebbero tagliati fuori dalla Superlega, assieme alle proprie squadre, è lunghissima. Oltre a tutti gli attuali campioni in carica del Bayern Monaco (ripetiamo, la posizione dei bavaresi non è ancora certa), ecco poi Milinkovic Savic, Luis Alberto, Ciro Immobile; Koundé (del Siviglia), Duvan Zapata, Muriel, Ilicic, Gosens. E ancora i vari Richarlison, Grealish, Aouar, Depay, Ben Yedder, Oyarzabal, Lozano…
Insomma, ne uscirebbe comunque una ‘lega degli esclusi’ davvero incredibile.