di Gabriele Codeglia
Il Milan esce vittorioso dall’Olimpico battendo la Lazio nell’ultimo dei tre anticipi di questa trentesima giornata di Serie A.
Partita condizionata dalle assenze di Immobile e Caicedo nei biancocelesti, visibilmente stanchi e demoralizzati fin dai primi minuti di gioco.
I rossoneri ne approfittano e colgono uno 0-3 importantissimo e impronosticabile. Ora la lotta per lo scudetto è sempre meno serrata: la Juventus ha preso il largo.
Ecco i migliori e i peggiori del match.
TOP
IBRAHIMOVIC – Lo svedese gioca un tempo, come da copione, perché l’autonomia è quella. Nello schieramento dovrebbe essere il riferimento centrale là davanti, tra Radu, Acerbi e Patric. Invece lo trovi spesso in mezzo al campo a smistare e ad impostare: non è una novità, ma fa comunque abbastanza strano. Poi per uno come lui non ci sono problemi a rendersi pericoloso anche in zona gol pochi istanti dopo. Gol annullato per fuorigioco, ma poi trova il riscatto (rischiando tantissimo) dagli undici metri. La sua aura è di vitale importanza per tutto l’ambiente: in campo e fuori. Supremacy.
BONAVENTURA – A Ferrara il suo ingresso in campo era stato deludente. Stasera si rifa con una bella prestazione da titolare. Professionalità, qualità e una condizione fisica sempre più in crescendo (come per il resto della squadra) dopo mesi difficili. Ha voluto estendere il contratto che scadeva il 30 giugno, mantenendo parola e impegno presi con la società fino al nuovo termine della stagione. Condisce tutto con l’assist per il terzo gol del neo entrato Rebic. Rigenerato.
MILINKOVIC SAVIC – Forse è l’unico della Lazio che riesce a incidere sul match. Gioca nella sua solita posizione, ma là davanti non ci sono i soliti movimenti. Ci prova da fuori in qualche occasione, senza trovare lo specchio nel migliore dei modi. Alla fine esce perché non ne ha più, ma la gara è già compromessa. Solo.
FLOP
LAZZARI – Il duello sulla fascia lo vince Theo Hernandez. Per l’esterno romagnolo ci sarebbe anche il momento di gloria al 52′, con il gol che riaprirebbe la partita, ma l’assistente annulla giustamente per fuorigioco. Poi risponde assente sul tris di Rebic: la marcatura del croato era compito suo. Involuto.
RADU – Il fallo di mano pesa troppo, per vari motivi. Primo perché è evitabile: troppo largo, negligenza che costa carissima. Uno della sua esperienza non può cadere in errori del genere, soprattutto quando si sa che la partita non sarà delle più facili già in partenza. Inadeguato.