di Gabriele Codeglia
Un punto a testa che però non torna utile ne per la Spal e ne per il Milan.
Al ‘Paolo Mazza’ finisce 2-2 una partita dal pronostico quasi scontato. I biancazzurri chiudono in vantaggio la prima frazione grazie ai gol di Valoti e Floccari, quest’ultimo autore di un vero e proprio capolavoro. Il Milan fa all-in nella ripresa, visto che i padroni di casa sono in inferiorità numerica per l’espulsione di D’Alessandro. Però la Spal è tutta arroccata nella propria area e ci vuole l’autorete di Vicari al 94′ per far sì che i rossoneri non escano da Ferrara con tutte le ossa rotte.
TOP
DABO – In gergo ciclistico, quelli come lui si chiamano ‘passisti’ e stasera Dabo è proprio uno di quelli. Prima contribuisce al gol del vantaggio di Valoti lottando nel cuore dell’area del Milan, poi si trasforma in un cavallo imbizzarrito che non smette mai di correre: lo trovi in ogni zona del campo. Partita di grande sacrificio, temperamento, disponibilità e quantità. Di Biagio lo toglie all’82’ perché i crampi lo mandano K.O. ma in realtà la benzina era già finita da un pezzo. Instancabile.
SALAMON – Entra al 67′ al posto di un dolorante Bonifazi. Scelta quasi obbligata che però si rivela azzeccatissima perché soltanto due minuti prima, dall’altra parte, è entrato Ibrahimovic. Il polacco non fa praticamente mai toccare boccia all’attaccante svedese, messo dentro da Pioli per diventare il riferimento del Milan nel cuore dell’area spallina. Lo scontro tra giganti, per noi, lo vince Salamon. Inaspettato.
SAELEMAEKERS – Fresco di riscatto e di contratto fino al 2024, entra al minuto 16′ al posto dell’infortunato Castillejo, quando il Milan è appena finito in svantaggio. Si fa subito vivo con una conclusione col destro dai sedici metri. Il resto della gara è un continuo su e giù per la fascia, mentre nel secondo tempo, nonostante Pioli lo sposti terzino, il giovane belga si ritrova costantemente di fronte al lato corto destro dell’area della Spal: impossibile tenere il conto dei cross. Resta il fatto che il classe ’99 ex Anderlecht è sempre più una piacevole sorpresa di questo Milan. Galvanizzato.
LEAO – Anche lui subentrato, al rientro dagli spogliatoi. Impatta bene sul match, con tanta voglia, cercando di imbucarsi nell’area avversaria e farsi trovare sempre smarcato: impresa tutt’altro che facile visto che la Spal è racchiusa in quindici metri. I suoi tentativi trovano i frutti sperati al minuto 79′, quando raccoglie la respinta corta di Tomvic e piazza il pallone col piatto destro nell’angolino basso alla sinistra di Letica. Secondo gol nelle ultime tre partite. Maturato.
FLOP
D’ALESSANDRO – Come quasi tutta la Spal, anche lui ha poco tempo e spazio per farsi notare, ma al 43′ ci riesce… in negativo. Entrataccia in ritardo su Theo Hernandez in una zona del campo in cui i pericoli sono praticamente pari allo zero. Mariani prima lo ammonisce, ma poi lo condanna alla doccia anticipata dopo la review al VAR. Chissà senza quel cartellino rosso che cosa sarebbe successo. Guastafeste.
VICARI – Rovina tutto quando ormai l’ossigeno al cervello non ci arriva più. L’eccesso di bontà lo rende l’artefice del 2-2 del Milan. Il cross di Saelemaekers non è assolutamente dei più ostici e pericolosi, ma Vicari decide di intervenire lo stesso in scivolata, lontano dalla propria porta, ma la legge di Murphy lo punisce e il pallone termina alle spalle di Letica, preso in controtempo. Sfortunato.
GABBIA – Il salto dal prestito in C, alla Lucchese, alla Serie A si fa sentire. Gioca titolare perché Pioli vuole preservare Kjaer in vista della Lazio. Ma proprio nell’unica azione in cui deve farsi trovare pronto, si fa rapire dalla goffaggine e permette a Valoti di timbrare per l’1-0. Sia chiaro, la colpa è anche di tutta la retroguardia del Milan, ma il contrasto con il numero otto degli estensi è a carico suo. Poi non ha l’opportunità di farsi perdonare semplicemente perché dalle sue parti rotolano le salsole come nel deserto dell’West. Rimandato.
BONAVENTURA – Il ‘Jack di cuori’ è inutile se in mano hai le carte sbagliate. Pioli lo butta nella mischia nel momento più disperato, al 70′, come ultima delle cinque sostituzioni. Ma l’ingresso dell’ex Atalanta non porta la qualità, la freschezza e la lucidità che il tecnico e i tifosi rossoneri si aspettano. Impreciso, forse ancora stanco, fatto sta che il suo contributo alla causa non è all’altezza delle aspettative e la sua prestazione è un po’ il riassunto della serata. Spento.