Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui si è soffermato sui suoi 15 anni alla guida del club granata.
BILANCIO – «Negativo per i tifosi. Per me? Io sono contento, ma non sono soddisfatto al 100%. La partenza bruciante con la promozione in A andò oltre le aspettative. Quando ti sopravvaluti però paghi e noi vivemmo un periodo buio: tre anni di A senza infamia né lode, e poi la B annaspando per lo shock. Però, dal nostro ritorno in A, abbiamo fatto ciò che ci chiedono i tifosi: restituire onore al Toro, tornare stabilmente sulla sinistra della classifica, rifare il Filadelfia. Se è rinato mi prendo parte dei meriti: i tifosi lo volevano da 20 anni, ora c’è».
CONTESTAZIONE – «Mi spiace molto, il tifo talvolta ha componenti irrazionali. I primi tre anni fu amore assoluto, poi ci fu la contestazione, poi di nuovo l’amore che va e torna. Non mi demoralizzo, è uno stimolo in più».
VOTO – «In pagella mi do un 7. Mia mamma mi direbbe bravo ma tutto è migliorabile; però di tasca mia ci ho messo 60 milioni».
FUTURO – «Restare altri 15 anni? Non esageriamo. Sono molto legato al Toro, ma non voglio restare a vita. Cessione? Nel febbraio 2010 lo misi in vendita, ma non arrivarono offerte. Non ho mai avuto la sensazione che ci fosse qualcuno con qualcosa in più di me. E allora perché peggiorare? Ho ricevuto il Toro dal fallimento; ora è sano, con giocatori di proprietà, il vivaio, le strutture e la storia unica. Quando lascerò, lo cederò a chi potrà fare meglio di me».
EMOZIONE E DELUSIONE PIÙ GRANDE – «Il primo anno fu in costante crescita, ma sui 90 minuti dico la vittoria di Bilbao in Europa League. La retrocessione fu un dolore incredibile. E poi l’ultimo campionato: mi aspettavo tanto, non abbiamo raccolto nulla».
OBIETTIVI – «Voglio volare basso. Abbiamo fatto gli acquisti che chiedeva Giampaolo, ci manca un play, magari giovane. Poi si tratterà di sfoltire la rosa, ci sono tante richieste».
BELOTTI – «Legarlo a vita al Toro? Mi piacerebbe molto. A fine mercato ne parleremo assieme».