Torino, Giampaolo: «Dobbiamo avere un’idea di calcio. Rincon gioca, Verdi vediamo»

by Redazione Cronache

Marco Giampaolo, nuovo allenatore del Torino, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Fiorentina.

INIZIO – «Abbiamo fatto solo tre amichevoli con tante assenze tra infortuni e convocazioni in Nazionale. Non so il livello della squadra, posso dire che in allenamento abbiamo lavorato bene. I miei parametri sono inerenti al percorso che abbiamo fatto in allenamento, non in altro. E abbiamo fatto bene. Ora dobbiamo scoprire chi siamo: lo vogliamo fare con orgoglio e senso di responsabilità, i calciatori ci metteranno la qualità».

SCORSA STAGIONE – «Dobbiamo avere un pensiero di calcio e un’idea di gioco, nessuno vuole partire con un handicap perché il risultato è cartina tornasole».

FERRARI – «Parlo solo dei calciatori che ho, il calciomercato interessa a voi».

MURRU – «Ho tre opzioni, domani prenderò la decisione definitiva. Per lui, Ansaldi e Vojvoda dovrò fare valutazioni diverse».

PARTITA – «La Fiorentina è una squadra che si è rinforzata, noi dobbiamo giocare la partita e non farsi giocare dalla partita: lo dico sempre ai ragazzi. Dobbiamo dare tutto, questo dovremo fare domani al di là di tutto. Dobbiamo giocare, punto: di tutto il resto ne riparleremo lunedì o martedì. Le valutazioni di ruoli o mercato è un argomento che non va affrontato, io domani ho la partita e le trattative le lascio al direttore».

FORMAZIONE – «Rincon gioca, Verdi vediamo. Così non mi chiamate al cellulare, tanto non vi dico la formazione. Su Rincon aggiungo che è un grande professionista e un giocatore di valore».

POCHE AMICHEVOLI – «Purtroppo non abbiamo uno storico sul quale lavorare, sarebbero stati impegni per capire dove correggere e migliorare. Ma non mi preoccupa, è semplicemente un dato di fatto: è così, non posso fare altro. Io non voglio alibi e non voglio darli alla squadra, domani si gioca e basta. So che avremo tanto lavoro da fare, lo abbiamo già detto. Ma conta soltanto la Fiorentina».

GARANZIE – «Come la squadra lavora e si impegna, i ragazzi mi seguono e percepisco grande disponibilità: questo per me è sufficiente per essere ottimista. Se non ci fosse questo, sarei preoccupato: ma mi conforta l’attaccamento e di come loro mi abbiano dato apertura totale nonostante un cambiamento radicale anche di pensiero. Convergere in un altro metodo di lavoro non è semplice, ma per come lo stanno facendo mi sento ottimista. Possiamo avere ampi margini di miglioramento».

IZZO – «Lavora bene, è disponibile. Ma non c’è un giocatore che mi dà pensieri, lavorano bene tutti e Armando è uno di questi».

SIRIGU – «Ho parlato con lui appena arrivato, gli ho espresso il mio pensiero su determinate cose e non gli ho messo fretta. Avrei aspettato lui, gliel’ho detto. E lui non mi ha mai manifestato l’idea di andare via, non me lo ha mai detto. L’ho lasciato lavorare sereno, per il resto non ho fatto nulla. È un percorso naturale delle cose, è un problema che non è tale. Chiacchierammo un mese fa, poi basta: non c’è nessun caso Sirigu».

TASSELLI MANCANTI – «Non lo so, non abbiamo storico. Mi baso solo su tre amichevoli, e soltanto sugli allenamenti. Dobbiamo confrontarci con squadre importanti, ma la fiducia che ho, ripeto, è poggiata su ciò che vedo in allenamento»

ATTACCANTI – «Zaza e Belotti stanno bene, i report sono positivi. Quando avranno consumato le energie, li sostituiamo e ne mettiamo due freschi per continuare a fare il lavoro».

OBIETTIVI – «Devo avere riscontri dalla squadra, come gioca le partite, la capacità di reagire alle difficoltà: dobbiamo sperimentarlo, al momento non posso fare valutazioni. Noi puntiamo a migliorarci, poi dopo le verifiche possiamo stabilire obiettivi. Ora sarebbero proclami che non fanno parte del mio modo di essere, io sto lì per migliorare giorno dopo giorno e conoscere i giocatori sempre meglio. Sono discorsi troppo complessi da affrontare adesso, non riesco a spingermi troppo in là ma guardo soltanto a domani»

TIFOSI – «Abito in centro, ma non l’ho mai frequentato: sto fuori dalle 8 alle 20, mi sono concesso soltanto due uscite a cena per staccare la spina. Ho notato cordialità nell’ambiente e generosità, questo lo devo dire. E anche ospitalità. Ma le mie uscite sono poche, non ho un metro di misura»

PRIMA SFIDA – «Io voglio vedere una squadra riconoscibile. Il risultato è molto importante, ma a me piace conseguirlo attraverso un’identità. Ma all’inizio, anche se siamo un po’ più sporchi, va bene lo stesso perché i punti ti aiutano».