In una diretta Instagram con Maltin Polar, azienda venezuelana che produce una tipica bevanda del paese, il centrocampista del Torino Tomàs Rincon ha raccontato come vive questo periodo di isolamento: «Da 50 giorni siamo chiusi in casa, è una situazione surreale e la nostra vita ne ha risentito. Possiamo allenarci soltanto nelle nostre abitazioni. Però in giro vedo grande spirito di collaborazione e rispetto delle regole imposte dal governo».
IL CIBO – «Possiamo ordinare da mangiare dai vari ristoranti, io mangerei sempre salsiccia: pure a colazione, magari con la birra (ride, ndr)».
IL TORINO – «Non sapevo come mi avrebbero accolto visto che arrivavo dalla Juventus, l’altra sponda della città. E invece mi hanno apprezzato fin dall’inizio. Sarà per il mio carattere: mi hanno fatto sentire subito uno di loro e questo mi ha reso orgoglioso, non era scontato per un ex bianconero».
FUTURO – «Non escludo di chiudere la carriera in Venezuela, ma se ne parlerà tra cinque o sei anni. Spero di restare nel mondo del calcio, ho già cominciato a studiare online: seguo corsi di management sportivo con l’Istituto Johan Cruyff di Barcellona, mi vedo più come dirigente che come allenatore».