SU CAGLIARI- «Sono legato al Cagliari da un affetto speciale, rappresenta la Sardegna e lo seguo con simpatia ma non c’è mai stato nulla di concreto, nessun contatto. Purtroppo, quello che può piacere non sempre si realizza, ma non si sa mai. Nel frattempo, mi concentro sulla mia squadra: il Toro non è solo un club glorioso, è appartenenza, identità e una storia unica.»
SULLA VITA A TORINO – «Abito in centro, e ci vivo benissimo. Torino è una città a misura d’uomo, per me, che sono un riflessivo, poter fare quasi tutto a piedi è l’ideale: è come stare a casa mia.»
SUL PORTIERE – «E’ un ruolo unico nel suo genere, anche nelle responsabilità, devi saper giocare da solo e di squadra, ma hai molto tempo per pensare, e a me va anche bene, e, come nella vita, impari che le cose possono cambiare in fretta: resti inoperoso a lungo e poi devi parare tre palloni in due minuti.»