Trentun’anni come Pato: storia di un diamante che ha brillato troppo poco

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti

Cos’è l’età? Un numero, un modo per bloccare il tempo e renderlo finito, un’idea tutta umana per definire i periodi di vita. L’età, però, è stata combattuta e battuta dal protagonista di questa storia, quell’Alexandre Pato che è arrivato in Italia da giovanissimo e che, nonostante se ne senta parlare da tanto, in realtà oggi ha compiuto solo 31 anni.

Gli inizi in Brasile

Alexandre Rodrigues da Silva, meglio conosciuto come Pato, è nato a Pato Branco il 2 settembre del 1989. Nella sua vita ha avuto sempre un pallone al suo fianco, anche quando a 10 anni gli hanno diagnosticato un tumore al braccio, per fortuna subito rimosso da un medico amico di famiglia.

La sua carriera ha avuto inizio con la maglia dell’Internacional di Porto Alegre, compagine con la quale ha vinto anche il Mondiale per Club del 2006, durante il quale ha anche segnato una rete in semifinale, battendo così un mito assoluto, quale Pelé, e diventando dunque il marcatore più giovane della storia in una competizione ufficiale FIFA.

L’arrivo al Milan ed i tanti infortuni in rossonero

A soli 17 anni, per 22 milioni di euro, il Milan è riuscito a strapparlo alla concorrenza, portandolo in Italia e facendolo esordire nel campionato italiano nel mese di gennaio, nella sfida contro il Napoli, durante la quale ha anche segnato il suo primo gol, all’esordio assoluto a San Siro.

Con i rossoneri Pato è andato in gol con continuità, almeno per le prime tre stagioni, diventando il più giovane giocatore di sempre a raggiungere e superare la quota di 50 gol in partite ufficiali con il Milan. Tutto sembrava perfetto, ma in realtà gli ultimi anni rossoneri sono stati tra i più bui della sua carriera, a causa dei continui infortuni muscolari, che ne hanno condizionato rendimento e gestione.

Pato spesso è stato l’ombra di se stesso ed in campo non era più quello di qualche anno prima. Il brasiliano ha lasciato il Milan, dopo 150 partite ufficiali e 63 gol, e lo ho fatto con l’amaro in bocca, consapevole di non aver dato quanto avrebbe potuto e voluto.

Tante esperienze e pochi gol in giro per il Mondo

Da quel momento in poi l’attaccante classe ’89 ha iniziato a girovagare, senza mai trovare il piglio e la condizione fisica ottimale. Corinthians, San Paolo, di nuovo in Europa con Chelsea e Villarreal, l’esperienza asiatica con il Tianjin ed infine il ritorno in Brasile. Tanti proclami, presentazioni degne dei migliori e poco da dare in campo, con qualche gol sparso e qualche sorriso regalato ai tanti speranzosi tifosi.

Adesso Pato è svincolato, senza squadra ma con ancora tanta carriera davanti. L’età, quel numero di cui sopra, è dalla sua parte, sebbene a volte questa stessa abbia rappresentato un limite. È giovane il brasiliano, può ancora cambiare il corso degli eventi e chissà che presto non arrivi una chiamata dall’Europa, magari dalla sua amata Italia per giocare nuovamente in Serie A.

Non sappiamo come sarebbe stata la sua carriera se gli infortuni continui non l’avessero perseguitato, probabilmente avrebbe fatto le fortune del Milan o di qualunque altro club avesse deciso di acquistarlo. Non avremo mai la controprova, ma è impossibile dimenticare l’eleganza e la qualità delle sue giocate, perché quelle ce l’hanno davvero in pochi.