a cura di Giacomo Brunetti

Come ha fatto l’Udinese a scoprire tutti i talenti che l’hanno resa grande?

Viaggio tra i colpi di mercato dei friulani, dall’intuizione Molina fino all’incredibile partita che scovò Handanovič.

La copertura degli scout dell’Udinese, come detto, è capillare. E soprattutto, ci spiega il coordinatore degli osservatori Simone Roia, è fondamentale esserci davvero ovunque: «Lì dove il talento può essere riconosciuto prima di tutti. Ci sono alcune competizioni di breve durata, come l’Europeo u-17, in cui il tempismo e l’intuizione sono accentuati. Così, 12 anni fa, in un torneo amichevole in Spagna, abbiamo scoperto un 16enne polacco. Appena lo abbiamo visto, non abbiamo esitato: era da prendere e basta. Quel ragazzino era Piotr Zieliński».

 

Spazio agli aneddoti che hanno contraddistinto un modus operandi invidiabile. Uno dei più clamorosi è quello legato a Samir Handanovič: «Andrea Carnevale, il capo scout, era a Longarone per un’amichevole tra le rappresentative di Serie C di Italia e Slovenia. Tornò in sede euforico: ‘Ho visto il portiere del futuro’. L’Italia aveva appena vinto 3-0 e l’estremo difensore sloveno non aveva fatto neanche una parata. Si chiamava Handanovič, Carnevale era rimasto stupito dal fisico e dalla struttura. Voleva prenderlo a tutti i costi».

 

 

Al Mondiale in Qatar, 15 giocatori sono passati da Udinese o Watford, l’altra proprietà dei Pozzo. Come Richarlison, ad esempio. Anche perché negli anni, ai calciatori si sono affiancati i piazzamenti: 3 qualificazioni alla Champions, 11 volte in Europa League, una vittoria dell’Intertoto. L’Udinese ha lasciato l’ascensore tra A e B, diventando una certezza della massima serie dal 1995.

 

«Ci è anche capitato di guardare una partita per osservare un calciatore, non essere convinti da lui ma da un compagno. Lo abbiamo preso ha fatto molto bene», ma Roia sorride senza farci il nome. Ma prosegue: «Ricordo che all’estero nel 2011 vedemmo una partita del River Plate nell’anno della retrocessione. C’era Roberto Pereyra: con noi ha fatto il trequartista, la seconda punta, il terzino destro, la mezzala, l’esterno. Ecco, quel giorno faceva il terzino sinistro. L’intuizione è vedere il potenziale in un giocatore fuori ruolo».

 

pereyra udinese

 

Ogni acquisto nasce da un incrocio di visionature, come quello di Nahuel Molina. Roia è sbalordito dalla sua scoperta, perché «non mi spiego come soltanto noi a 10mila chilometri di distanza siamo riusciti a vedere il suo talento. Era un giocatore sconosciuto, com’è possibile che tra Udine e Argentina nessun altro se ne sia accorto? A volte non capisco». Da titolare, Molina ha vinto il Mondiale. «Come hanno fatto in Argentina a non riconoscere le sue qualità? Negli ultimi anni sono arrivati anche Musso e De Paul, che avevamo visto ancor prima che arrivasse al Valencia, e che successivamente siamo riusciti a prendere. O come successo in seconda serie, nel Clermont, c’era un difensore con uno strapotere fisico straordinario. Mehdi Benatia: lo abbiamo colto con l’abitudine, l’occhio fatto dagli anni di scouting». L’acquisto viene sempre seguito al suo arrivo: «Viene introdotto all’allenatore e allo staff, riportando gli aspetti negativi e quelli positivi, dato che è utile».

 

Per quanti ne sono arrivati, tanti ne sono sfuggiti: «Ricordo che ci è sfuggito un difensore centrale per pochissimo. Ora è tra i migliori al mondo». La politica della famiglia Pozzo si è rivelata a più riprese vincente e nasce dal coinvolgimento diretto della proprietà, che ha lanciato e seguito questo progetto passo dopo passo, investendo quanto serve per creare un vantaggio competitivo.

 

 

Ultima considerazione. Perché quando gli chiediamo come si effettua lo scouting… degli scout, la risposta è lungimirante. Nella pancia della Dacia Arena, all’interno dell’auditorium, a ottobre l’Udinese ha organizzato il primo evento italiano per scoprire gli osservatori del futuro: “Scopri lo scout che è in te”. «Abbiamo mostrato una partita a 150 ragazzi, selezionati tra centinaia di richieste, e gli abbiamo fatto redigere un report su alcuni giocatori. Sono stati valutati e alcuni di loro li stiamo testando. Vogliamo far emergere il loro potenziale. C’erano alcuni che erano commossi per l’occasione».

 

Dopo il talento naturale di Alexis Sánchez e il futuro con Lazar Samardžić preso dal Lipsia e Beto, l’Udinese prosegue il lavoro con la sua macchina perfetta.