Siamo nello spogliatoio del Liverpool che ha appena vinto il 1° trofeo dell’ultima stagione targata Klopp. In sottofondo si sente ‘One kiss’ di Dua Lipa, diventato ormai il motivetto che accompagna le vittorie dei Reds. Le telecamere si soffermano su Virgil Van Dijk, capitano ed eroe della serata che, con una sola frase, riesce a dire ‘più di mille parole’: «Credevano che fossi finito» afferma scuotendo la testa. Già, perché ancora una volta ha dimostrato di essere uno dei migliori difensori al mondo.
Rispondere alle critiche
Al gigante olandese non dev’essere andata giù la scorsa stagione in cui, lui e il Liverpool, hanno faticato a imporre il proprio gioco. Una situazione ‘confusionaria’ a livello societario che si è inevitabilmente riflessa nei giocatori e nelle performance di squadra. Eliminati agli ottavi di finale di Champions e quinti in Premier, quella del 22/23 è stata una stagione deludente.
In estate però è cambiato tanto. Sono partiti giocatori importanti, e fondamentali in passato, come Fabinho, Firmino e Henderson. E forse è stata proprio la fascia da capitano, lasciata dal centrocampista inglese, a responsabilizzare e ‘revitalizzare’ Virgil Van Dijk. «Un colosso» come lo ha definito Bill Shankly, che in questa stagione sembra aver ritrovato la versione migliore di sé stesso, e con lui tutta la squadra.
Il feeling di Van Dijk con le finali
Da quando veste la maglia dei Reds, Van Dijk è stato nominato Player of the match in 3 finali con il Liverpool (2019, 2022, 2024). Ancora una volta, nel momento più importante, ha dimostrato di essere il vero leader della squadra. A maggior ragione nel finale quando, tra infortuni e stanchezza, è rimasto l’unico veterano del Liverpool in campo, circondato da tanti giovani. Ha guidato i talenti ‘home made’ e, nel frattempo, è diventato anche il più ‘anziano’ marcatore della storia del Liverpool a segnare a Wembley (32 anni e 232 giorni).
Una partita iconica, destinata a restare impressa nel cuore dei tifosi. Van Dijk ha messo insieme (nell’arco di 120 minuti) 120 tocchi, il 91% di passaggi riusciti, 7 tackles, 2 chance create e, come nelle più classiche delle sue performance, 0 dribbling subiti. Ha segnato il gol vittoria ai supplementari e ha alzato il primo trofeo da capitano del Liverpool. Nonostante ciò non è riuscito a contenere le lacrime. Perché quelle reti, la prima annullata dal VAR, la seconda decisiva, hanno avuto un senso di liberazione.
‘The last dance’
Sempre presente (ha saltato solo 2 partite per squalifica in Premier), pulito in impostazione e letteralmente insuperabile nei duelli e nell’uno contro uno. Nelle ultime 4 partite di Premier non ha perso un singolo duello aereo. E non è un caso se il suo ritorno coincide con la grande stagione, sin qui, dei Reds. Sicuramente la notizia dell’addio, comunicata con largo anticipo da Jürgen Klopp, sta dando i suoi frutti.
I giocatori sembrano determinati a lottare per la stessa causa, per provare a rendere magica l’ultima stagione dell’allenatore tedesco. Lo stesso Van Dijk, ai microfoni nel post partita, ha dichiarato: «Vogliamo rendere questa stagione speciale, per noi e per Klopp, così potrà avere il saluto che merita».
Come faceva la canzone di Dua Lipa?
«I look like all you need» (sembro tutto ciò che ti serve).
Virgil Van Dijk rappresenta proprio questo per il Liverpool in questo momento. Un uomo in missione che vuole regalare a sé stesso, ai tifosi e al suo Jürgen Klopp, un’altra stagione memorabile.