Che il Versailles sia una squadra strana lo capisci da Google Maps. Bastano un paio di click, Street View e un filo di zoom. A via Pierre de Coubertin – l’uomo a cui dobbiamo le olimpiadi – c’è il piccolo Montbauron, stadio da ottomila posti, casa del Versailles FC in quarta serie. Hanno eliminato il Tolosa agli ottavi di Coppa di Francia e sognano un exploit stile Les Herbiers, che nel 2018 arrivò in finale contro il Psg stracciando ogni pronostico. Giocavano in terza divisione.
Colpa di Luigi XIV
Il Versailles è strano perché lo stadio non ha i riflettori, non può costruirli, quindi non gioca di sera. Ogni partita è di giorno. Colpa di una legge che ha 400 anni e del «Re Sole», Luigi XIV, l’uomo che ha reso tale la Reggia di Versailles. Il motivo per cui ti sposti da Parigi e vieni qui, a ovest, immaginando i lussi della monarchia francese. C’è stato un tempo in cui la Reggia è stata abbandonata, mangiata dai rovi, depredata dei quadri, come un vecchio castello delle Highlands scozzesi o della Bretagna. Oggi arrivano turisti da tutto il mondo, rapiti dalla galleria degli specchi, e il Versailles FC non può costruire impianti di illuminazione. Questo perché il Re Sole, sovrano da mille leggende, eccentrico, aveva messo nero su bianco una legge strana, ovvero che la sua camera, piazzata al centro della Reggia, non doveva essere disturbata da nessuna fonte di luce artificiale entro un raggio di 5 chilometri. Lo stadio del Versailles è a un chilometro e mezzo.
Unesco e pallone
Altra versione. La Reggia è patrimonio dell’Unesco e gode di una «protezione visuale», ovvero che nessuna costruzione artificiale – in questo caso lo stadio e i riflettori – possono ostruire la visuale. L’impianto è esattamente di fronte al monumento infatti. L’ha confermato anche una fonte vicina alla Reggia, intervistata da So Foot: «Non può esserci nessuna costruzione artificiale alta a tal punto da ostruire e disturbare la visuale». Questo è quanto. Nonostante tutto, però, il Versailles è andato a Tolosa e si preso i quarti. Le Parisien ha seguito passo passo l’impresa raccontando le emozioni dei giocatori a fine partita, vinta 1-0 grazie a un gol di Djoco, 26 anni, eroe del giorno. C’è chi ha pianto, chi ha chiamato i genitori, chi la fidanzata, chi il fratello. Un sogno. Impossibile condividerlo con i tifosi però, solo se si gioca di giorno.