È una delle piacevoli sorprese della Roma in questa stagione. Gonzalo Villar si sta prendendo il centrocampo giallorosso a suon di grandi prestazioni e ha raccontato al Tempo la sua nuova vita nella capitale.
MOMENTO – «A livello personale è buonissimo. In parte me l’aspettavo, sin dal primo giorno volevo diventare un giocatore importante nella Roma, pur sapendo quanto fosse difficile. Esserlo diventato adesso è un qualcosa di incredibile. Anche per la squadra è un buon periodo, ma guardiamo partita dopo partita. Ora pensiamo a fare un buon risultato nella gara di andata di Europa League, poi ci ritufferemo sul campionato».
OBIETTIVI – «Adesso siamo terzi e vogliamo mirare al secondo posto. Guardando sempre davanti possiamo raggiungere a fine stagione il nostro obiettivo che è quello di riportare la Roma in Champions». S
SCOMMESSA – «Se vinciamo l’Europa League mi taglio i capelli a zero. Anzi a “uno”. Non l’ho mai fatto».
TOP TEAM – «Ne parliamo molto fra di noi, ma ogni partita è stata diversa. Una volta un errore, una volta non siamo concreti, un’altra tiriamo troppo poco. Non è che abbiamo iniziato tutte quelle partite e abbiamo preso tre gol. Forse subentra un problema a livello mentale, come se questa voglia di dover battere una big ci faccia scattare qualcosa nella testa. Ci mancano piccoli dettagli, la Juventus ad esempio ha segnato alla prima occasione, a noi è mancata concretezza ma un passo in avanti lo abbiamo fatto».
SOSTITUZIONI VS SPEZIA – «Io non lo sapevo, in Spagna ad esempio è possibile fare un sesto cambio ai supplementari. Ma abbiamo perso in campo ed è colpa di noi giocatori. Poi c’è stato un errore umano. Non deve, ma può succedere. Ho 22 anni e posso sbagliare, come l’ex team manager Gianluca Gombar che ne ha 27. Tutti hanno scritto che abbiamo perso a tavolino, ma la realtà è che in campo è finita 4-2».
DZEKO – «Non ci piace parlare di queste cose fuori. Dico solo che Dzeko è un giocatore pazzesco e lo sceglievo da piccolo alla PlayStation. Ora sono sono diventato un joystic nella realtà! Ma se dico a Edin a chi darla, fa bene a seguirmi».
TOTTI – «Appena sono arrivato a Roma l’ho incontrato per caso in un ristorante, ero lì con alcuni amici e lui era seduto a un tavolo vicino. Gli ho chiesto se potevamo fare una foto insieme e non credo lui sapesse chi fossi. Poi ci siamo visti, siamo andati a pranzo insieme ed è stato un piacere ascoltare tutte le sue storie. Sentirmele raccontare direttamente da un giocatore come Totti è stato incredibile, la mia vita è cambiata tanto negli ultimi mesi».
ROMA – «La gente a Roma mi vuole bene, lo sento, mi fermano ovunque per fare le foto e mi dicono cose bellissime. In Spagna non c’è niente di simile, non esiste nessuna città così legata a una squadra, neppure Madrid. Se giochi nella Roma diventi quasi una divinità. Vai a fare la spesa e tutti ti parlano e ti incoraggiano. Lo trovo bello».
FUTURO – «Come mi vedo tra cinque anni? Magari come uno dei calciatori più importanti della Roma, però in una Roma forte che lotta ogni anno per lo scudetto e che compete in Champions League. Adesso pensiamo partita per partita, ma a lungo termine abbiamo un’ambizione più alta».