Il trequartista dell’Hellas Verona, Mattia Zaccagni, si è raccontato ai microfoni dell’edizione veronese de La Gazzetta dello Sport.
SAN SIRO NEL DESTINO – «Ricordo l’emozione unica per l’esordio. Entrai nel secondo tempo, stavamo perdendo 1-0 con gol di Felipe Melo e finì così. Le sensazioni che provai allora mi sono rimaste dentro ancora oggi. Cinque anni dopo, sempre a San Siro, arriva la notizia della mia prima convocazione con l’Italia. L’ho saputo all’antidoping e ho subito avvertito la mia famiglia».
SOGNI – «La mia speranza era quella di essere un giocatore di Serie A e di farlo con la maglia dell’Hellas, ma arrivare in Nazionale è il sogno di tutti quando iniziano a giocare a calcio. Anche se non immagini mai come possa essere riuscirci».
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JURIC – «Ci chiede di prenderci delle responsabilità, di essere consapevoli di quanto dobbiamo fare. Personalmente gli devo moltissimo e lo ringrazio per avermi insegnato come muovermi, in che modo posizionare il corpo, è stato fondamentale e la convocazione è arrivata grazie a lui».
IDOLI – «Sono felice di essere stato paragonato a Riquelme, anche se certi accostamenti sono fuori portata. Però da bambino il mio mito era Del Piero».