Warren Zaïre-Emery è stato appena convocato per la prima volta con la Francia a 17 anni. Siccome è molto probabile che Deschamps lo convochi al prossimo Europeo per il giovane ragazzo classe 2006 c’è un tema da affrontare: l’esame di maturità, che in Francia si chiama Baccalauréat ed è previsto, come da noi, al termine dell’anno scolastico, a inizio estate. Zaïre-Emery ha in programma l’esame il prossimo 19 giugno, cinque giorni dopo l’inizio dell’Europeo. E quindi? La soluzione c’è, ovviamente: Zaïre-Emery, nel caso, dovrà ottenere una deroga e sostenere gli esami prima o dopo Euro 2024. Poi potrà andare dritto verso la conquista di nuovi primati individuali, ad esempio diventare il più giovane francese di sempre a partecipare a un Europeo (superando Coman). O addirittura diventare il più giovane della storia degli Europei a vincerlo, battendo così Renato Sanches. A infrangere record ormai è già abituato. Facciamo un veloce ripassino.
I primati di Zaïre-Emery
È stato il giocatore più giovane della storia del PSG a esordire in prima squadra; il più giovane della storia del PSG a segnare un gol ufficiale; è diventato il primo giocatore a collezionare almeno venti presenze in Champions col PSG pur essendo minorenne, e adesso è diventato il giocatore più giovane del dopoguerra a essere convocato in Nazionale francese e il terzo di sempre. I primi due sono Julien Verbrugghe, convocato a 16 anni, 10 mesi e 6 giorni, e Maurice Gastiger, convocato a 17 anni, 4 mesi e 5 giorni. Vi dicono nulla questi nomi? No, infatti si parla di convocazioni rispettivamente nel 1906 e nel 1914. Altra epoca. Ok, basta accozzaglia di dati. Adesso vi raccontiamo delle cose pazzesche sul personaggio Zaïre-Emery.
Studente modello
Sapete qual è stata la prima cosa che ha imparato per giocare a calcio quando aveva 5 anni? Allacciarsi le scarpe. Merito del padre, ex giocatore (ha giocato anche in seconda divisione francese, con il Red Star), che gli disse che se non avesse saputo allacciarsi le scarpe, non avrebbe potuto fare il calciatore. E così imparò subito. Tanto che spesso – racconta il padre – era lui ad allacciare le scarpe agli altri bambini che a quell’età non lo sapevano fare da soli. L’intelligenza e l’umiltà di questo ragazzo impressionano. Anche a scuola, a giudicare da quello che hanno raccontato maestri e professori, pare che sia uno studente modello. La mattina si allena con Mbappé e agli ordini di Luis Enrique, mentre il pomeriggio non salta mai una lezione (trasferte di Champions permettendo). Che soddisfazione deve essere far scrivere ai genitori ‘Assenza causa partita di Champions League’ sul libretto. Comunque, battute a parte, Zaïre-Emery ha già fatto uno show totale anche a scuola.
Lo show di Zaïre-Emery al concorso del PSG
Il Paris Saint-Germain ogni anno organizza il ‘Concours d’éloquénce‘, un concorso a cui fa partecipare tutti i ragazzini dell’Under 16, che devono scegliere un tema, sviluppare una specie di tesina, scriverla ed esporla davanti a una giuria composta anche dai giocatori della prima squadra. Giocare a calcio lo sanno fare benissimo, è ciò che fanno da anni. Imparare a esporre, discutere, difendere le proprie tesi e confrontarsi in pubblico è una vera prova che serve a crescere. A marzo 2022 Zaïre-Emery partecipò al Concours d’éloquence. Come tema scelse il rapporto tra il talento e la gioventù. Partì da una citazione del ‘Cid’, una delle più importanti opere letterarie francesi. La frase era la seguente: «Per le anime ben nate, il valore non aspetta il numero degli anni».
In pratica, Warren Zaïre-Emery ha fatto un’esposizione sui talenti emersi precocemente, e ha citato gli esempi di Louis Braille, che da giovanissimo inventò l’alfabeto per le persone non vedenti, Nelson Mandela, Greta Thunberg e Kylian Mbappé, che tra l’altro quel giorno era presente in sala perché a esporre c’era pure suo fratello più piccolo, Ethan, da anni compagno di squadra di Zaïre-Emery. A distanza di due anni sta diventando un altro grande esempio della sua tesi. Ossia che a un certo punto si è pronti, si è fatti, si è preparati. A fare un salto di qualità, a prendersi le proprie responsabilità. A crescere e diventare già grandi, a prescindere dal numero che indica gli anni. In quel concorso arrivò secondo. A giudicare da come sta andando, potrebbe essere una delle poche medaglie d’argento che tra trent’anni avrà appese in bacheca.