Da qualche tempo Gianfranco Zola si è preso una pausa da allenatore per dedicare tempo alla famiglia. La leggenda di Cagliari, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto il punto sul campionato dei sardi.
DI FRANCESCO – «Siamo ancora agli inizi ed è troppo presto per esprimere dei giudizi. Eusebio è un allenatore che lavora molto sulla squadra, sui movimenti dei singoli giocatori. Un tecnico che ha sempre dato un’identità chiara alle sue squadre. Ovvio che per fare una cosa del genere abbia bisogno di un po’ di tempo per poter plasmare il gruppo sulle sue idee di gioco. I primi risultati in Serie A non sono stati quelli che ci si aspettava però serve pazienza, perché Di Francesco ha qualità importantissime e sono sicuro farà sua la squadra».
LEADER – «Credo possa essere Joao Pedro. Qualcuno si è stupito per la sua stagione da record l’anno scorso con 18 reti, ma non io. Ho avuto la fortuna di allenarlo a Cagliari e ho scoperto un giocatore con qualità importanti ma soprattutto uno splendido ragazzo».
SERIE A – «La pandemia purtroppo cambia le carte in tavola. Un vero peccato perché credo che senza questa situazione sarebbe stato un campionato bellissimo. Forse uno dei migliori degli ultimi anni. Vedo molta più incertezza al vertice e soprattutto ci sono diversi club che hanno ridotto il gap con le grandi, penso per esempio ad Atalanta e Sassuolo. Mi aspetto una delle stagioni più competitive di sempre. Certo c’è sempre l’ombra del virus che può mettere in un attimo il calcio in secondo piano».
CONFERME – «Vedo molto bene il Napoli. Ha iniziato un percorso di crescita già dall’ultima parte della scorsa stagione post lockdown e con Gattuso credo possa tornare a lottare per le prime posizioni. Poi attenzione al Milan, Pioli ha trovato l’equilibrio perfetto per i rossoneri che sembrano in stato di grazia. Tra le conferme mi aspetto tanto dall’Inter e da Conte. Chiaro poi che la squadra da battere resta la Juventus, lo dice la storia, nonostante una coraggiosa rivoluzione con Pirlo».
CALCIO INGLESE – «La Premier è avanti su introiti, appeal e qualità del gioco ma soprattutto su tutto quello che circonda il mondo del pallone. Quello inglese resta il campionato di riferimento ma molto dipenderà da come i singoli paesi gestiranno lo sport e la pandemia. Vedo comunque una netta risalita della Serie A».